Un emendamento al decreto legge in fase di conversione prevede l’istituzione di una task force composta da funzionari e medici mandati da Roma per scovare le magagne negli ospedali e suggerire al commissario ad acta gli interventi da adottare
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Nel testo di legge è definita come “Unità di crisi speciale”. Vista la situazione della Sanità calabrese che vive una crisi ormai cronica, mai nome fu più adatto per descrivere il drappello ministeriale che attraverso periodiche visite ispettive dovrà controllare la situazione in Calabria e, di riflesso, l’attività del commissario Saverio Cotticelli, soprattutto in termini di risultati con riferimento ai Livelli essenziali di assistenza (Lea).
La novità è in un emendamento di Dalila Nesci al decreto sanità, di cui l’esponente Cinquestelle è relatrice in Commissione affari sociali della Camera, dove il testo di legge viene emendato in questi giorni in vista del passaggio in Aula.
La modifica approvata, prevede che “entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro della salute, con proprio decreto, istituisce un’Unità di crisi speciale per la Regione con il compito di effettuare, entro tre mesi dall’istituzione, visite ispettive straordinarie presso le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliere universitarie”.
Una task force di funzionari e medici
Una vera task force che sarà composta da “dirigenti del ministero della Salute e da un numero massimo di cinque esperti nelle discipline chirurgiche, mediche, anatomopatologiche e dei servizi diagnostici”, con il compito di effettuare sopralluoghi straordinari, dunque non programmati con una cadenza fissa, per scovare le magagne del sistema sanitario regionale, verificando “lo stato dell’erogazione delle prestazioni cliniche, con particolare riferimento alla condizione dei servizi, delle dotazioni tecniche e tecnologiche e delle risorse umane, evidenziando gli eventuali scostamenti dagli standard necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea)”.
Entro trenta giorni dall’ispezione, poi, l’Unità di crisi dovrà trasmettere ai commissari regionali una relazione su quanto riscontrato, suggerendo gli interventi organizzativi necessari all’eliminazione delle criticità.
Insomma, una sorta di “Iene” ministeriali, che magari non avranno giacca e cravatta nera come i protagonisti della nota trasmissione televisiva, ma dovrebbero andare comunque a ficcare il naso nelle situazioni di maggiore difficoltà della sanità regionale. Con l’auspicio che stavolta serva davvero a migliorare le cose e non ci si limiti a uno sterile scambio di carte e note ufficiali.
In attesa di vedere i risultati della nuova unità di crisi, la novità più importante introdotta con gli emendamenti al decreto Sanità resta comunque lo sblocco del turnover che apre la strada a nuove assunzioni di medici e infermieri, fondamentali per ripristinare i livelli essenziali di assistenza sanitaria.