È lotta ai fitti passivi a Corigliano Rossano. Visita inaspettata ieri mattina del commissario dell’Azienda sanitaria provinciale Cinzia Bettelini piuttosto determinata a rivedere i costi a carico dell’Asp in chiave di risparmio per l’azienda e di rivisitazione dei presidi presenti.

I contratti di affitto


Sono ben 11 le postazioni in città, molte delle quali si vorrebbe accentrarle nella sede di Viale Michelangelo dell’area urbana di Rossano, anch’essa in fitto e nata come sede legale e istituzionale della ex azienda sanitaria locale n.3. L’operazione tende a contrastare una ipotesi di sperpero di denaro pubblico.

L’Asp di Cosenza in sostanza, nella sola Corigliano Rossano ha in costanza ben 11 contratti di locazione per un importo complessivo annuo pari a 505.385 mila euro. La spesa più corposa è assorbita dalla sede di Viale Michelangelo: 238.285,00 euro annui. Ed è proprio la sede in cui, dopo la soppressione dell’Asl n.3, si vorrebbero accorpare molti servizi attualmente spalmati in tutto il macro territorio comunale, il primo in Calabria per estensione.

Taglio delle spese inutili


La politica che si vuole perseguire è di taglio alle spese ritenute inutili, nella consapevolezza che quando si mette mano a determinati filoni si muovono interessi di non poco conto. Anche in passato si era tentato di intervenire in questa direzione ma i vertici aziendali, o per un motivo o per un altro, hanno poi dovuto abdicare per ragioni mai chiarite. In parte si entra in contrasto spesso con i locatori ai quali verrebbero meno entrate di un certo rilievo. E, in una terra che da anni soffre una crisi economica dalle inquietanti proporzioni, tale fetta di mercato potrebbe subire evidenti ripercussioni, accentuate dalla caduta a picco del settore immobiliare.

Tuttavia, se si scava e si va oltre, le aree da acquisire e dismesse potrebbero essere tante, al momento tutte inutilizzate. A partire dal vecchio ospedale del centro storico (proprietà comunale), in larga parte rimasto in disuso. Le ex sedi dei vigili del fuoco (proprietà Provincia di Cosenza) e dell’ex tribunale di Rossano. E i tanti beni confiscati alle mafie. Un capitolo, insomma, che se aperto seriamente, con scrupolo e con senso di responsabilità, potrebbe migliorare i servizi e drasticamente abbattere i costi a carico dell’erario.