Il sindaco Succurro rimarca i risultati ottenuti e chiede unità di intenti per sollecitare interventi migliorativi. Lacava (Pd) e Barile (Uniti per la Libertà) attaccano l’immobilismo dell’amministrazione e sul finire abbandonano l’aula
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Un momento del Consiglio comunale aperto sulla Sanità a San Giovanni in Fiore
San Valentino si avvicina ma Cupido non ha scoccato la sua freccia con lo scontro durissimo che ha ampliato ancora una volta le distanze tra la maggioranza, guidata dal sindaco Rosaria Succurro, e la minoranza in Consiglio comunale. L’appuntamento di stamane, il Consiglio comunale aperto sulla sanità, era nato già con la “cattiva stella” dell’annuncio dell’assenza del Comitato Si-la Salute Bene Comune e del Comitato 18 Gennaio per mancanza dei «presupposti per una discussione democratica e libera».
In una sala consiliare “addobbata” con cuori di tutte le dimensioni la seduta si è aperta con quasi un’ora di ritardo, mentre a vigilare sull’ordine pubblico un nutrito spiegamento di forze dell'ordine, con l’accesso alla piazza del Comune “vietato”. Ma è stato il minuto di silenzio in ricordo di Serafino Congi, trentaquattro giorni dopo il suo decesso, avvenuto a bordo di un’ambulanza dopo molte ore di attesa nel Pronto soccorso, ad aprire la discussione consiliare con la richiesta del capogruppo del Pd Domenico Lacava e del consigliere di Uniti per la Libertà Antonio Barile di slittare l’inizio al pomeriggio. Richiesta “rigettata” dal voto compatto della maggioranza.
Ma prima del tema più atteso il Consiglio ha discusso e votato un’approvazione di un progetto legato alla viabilità cittadina. Assise che è entrata nell’argomento con la relazione del sindaco Rosaria Succurro: «"Siamo tutti Serafino!" è l'appello di una comunità intera. Chiedo che si faccia luce dal punto di vista giudiziario sulla vicenda di Serafino Congi. Questo Consiglio si tiene a distanza di un mese perché dovevamo trovare delle soluzioni, di confrontarci con la società civile e poi cercare la strada giusta. I problemi della sanità qui iniziano nel 2010».
«Abbiamo il dovere nei confronti dei problemi della sanità a San Giovanni in Fiore e in tutta la Calabria. Occhiuto sa bene cosa serve – ha ribadito il sindaco - per la sanità, ha lavorato per uscire dal Commissariamento», e ancora «dove erano gli screening preventivi, chi ha investito nei nuovi macchinari, dove erano prima i medici che sono arrivati nel nostro presidio». L’assise è proseguita con gli interventi di alcune associazioni sangiovannesi prima del duro scontro tra maggioranza e minoranza. A relazionare sull’emergenza sanitaria è stata l’assessore alla Sanità Claudia Loria.
Durissimo l’intervento di Antonio Nicoletti (Rinascita Florense) che ha ripercorso la vicenda sanitaria del territorio e la necessità di spostare la «discussione sul livello regionale, portandola al tavolo con il commissario alla sanità Roberto Occhiuto. Un Occhiuto che sta lavorando bene per il comparto sanitario regionale, ma che deve sapere che qui la situazione è drammatica». Un Nicoletti diretto che, infine, ha chiesto le dimissioni dell’assessore Loria accusata «di non aver speso una parola per questo tragico evento, per non aver sospeso gli eventi di festa e indetto il lutto cittadino, per non aver spostato l’orario dell’assise».
Anche il capogruppo del Pd Domenico Lacava non ha lesinato critiche nel lavoro dell’amministrazione comunale ricordando l’assenza delle guardie mediche con l’aumento degli accessi al Pronto soccorso. «Pensare di utilizzare i medici del Pronto soccorso a fine turno per metterlo in ambulanza in caso di emergenza non risolve il problema, Come di certo non lo è il servizio di elisoccorso notturno». Sulla richiesta di spostamento dell’assise è tornata nel suo intervento Teresa Cannizzaro (Fratelli d’Italia) ribadendo che «il cambio di orario avrebbe garantito più partecipazione».
«Arrivare in Consiglio comunale e trovare uno spiegamento di forze del genere alle 9 del mattino mi fa pensare tanto. Soprattutto se la discussione era il tema sentito della sanità». È Antonio Barile (Uniti per la Libertà) nel suo intervento ad attaccare Rosaria Succurro e la sua maggioranza di immobilismo sulla vertenza sanitaria. «Da quando è morto Serafino non è cambiato nulla: qui continuiamo ancora a morire». Momenti di tensione che sono sfociati con l’abbandono dell’aula da parte di Lacava e Barile. Per la maggioranza sono stati il consigliere Antonio Veltri, Lucia Nigro e Noemi Guzzo a ribadire l’impegno dell’amministrazione comunale per la vertenza sanitaria. Un consiglio che ha votato, infine, una mozione del consigliere comunale Salvatore Mancina, mentre i microfoni si spengono e fuori continua a piovere. Si chiude un altro capitolo della vicenda legata alla sanità sul territorio, in attesa di altri appuntamenti che di certo non mancheranno.