«Ci stiamo preparando a accogliere i migranti con l’animo di chi vuole fare del bene, per garantirgli condizioni di vita migliori, consapevoli che una tenda può essere solo un momento di passaggio». Il direttore della Caritas Cecè Alampi e i ragazzi della coop che gestisce la nuova tendopoli stanno ultimando i preparativi per accogliere, mercoledì mattina, gli immigrati che lasceranno la baraccopoli e vorranno trasferirsi nel campo che sorge di fronte al ghetto.

 

Non si conosce il numero preciso di quanti ancora vivono nella baraccopoli; chi, tra questi, goda dei diritti per poter entrare nei progetti Spar e Cas e chi, invece, con un permesso umanitario nelle mani potrebbe trovare ricovero solo nella nuova tendopoli, o decidere di andare via.

 

Mancano solo due giorni allo sgombero del ghetto di San Ferdinando e nell’area industriale, dove si trovano i due campi dei migranti, fervono i preparativi per il trasferimento degli stagionali e l’abbattimento della bidonville. Filtrano ancora poche informazioni dalla prefettura di Reggio Calabria, sulle modalità dello sgombero e sul numero dei migranti coinvolti nei trasferimenti. Visibile, per adesso, il grande lavoro di mediazione e organizzazione svolto dalla polizia di Gioia Tauro.

 

«Per mercoledì – ha aggiunto Alampi – attendiamo oltre 250 migranti, ma noi speriamo siano molti meno, perché molti di loro sono partiti o partiranno dove hanno amici o familiari e in luoghi dove c’è lavoro. Qui nella piana il lavoro ormai scarseggia con la fine della campagna agrumicola».

 

Intanto, c’è chi ha diritto all’accoglienza ed è già partito dalla tendopoli per entrare nei progetti Spar e Cas. Posti che verranno occupati d immigranti che saranno trasferiti mercoledì. «Molti di loro sono già andati via sostenuti dalle forze dell’ordine e la Caritas, parliamo di circa 150 e speriamo che nei prossimi due o tre giorni altri spontaneamente andranno via. Entrare nei progetti vuol dire poter cambiare in positivo la propria vita, darsi nuovi obiettivi che non nono quelli legati a una vita di fortuna in baracche o in una tenda». Intanto, anche la macchina organizzativa predisposta dallo Stato ormai è messa in moto. Mercoledì mattina l’intera area che abbraccia i due campi verrà chiusa e solo le persone autorizzate potranno entrarci. Si parla di uno spiegamento di circa 900 agenti che medieranno e aiuteranno i migranti ad abbandonare la baraccopoli. L’auspicio di tutti è che lo sgombero avvenga senza problemi o, peggio ancora, scontri con gli immigrati.

 

Preoccupazione è stata espressa anche dalla Cgil nazionale e dalla federazione degli agricoli, la Flai-Cgil«Sinceramente siamo preoccupati – si legge in una nota del sindacato - poiché in quell’area ci sono solo lavoratori in condizioni precarie e di difficoltà. In queste ore torniamo a chiedere al Prefetto che si proceda allo sgombero solo e soltanto quando tutte le persone attualmente presenti siano andate via, trovando opportuna ricollocazione in strutture adeguate e già individuate. Da questo momento si potrà procedere ad una bonifica dell’area e al suo smantellamento, come chiesto anche il 26 durante la manifestazione a Reggio Calabria. Chiediamo che a San Ferdinando si faccia una operazione di pace, con l’obiettivo di trovare soluzioni e non accrescere paura ed esasperazione».

 

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