Se dall’Enac, l’ente per l’aviazione civile, tutto tace e nulla si è mosso dopo le controdeduzioni inviate dal Cda Sacal e dai suoi avvocati in risposta all’avvertimento relativo all'avvio di una procedura di commissariamento e al deposito di un esposto in Procura, la stasi non continua a livello regionale.

In attesa, infatti, che Roma si esprima, non solo il consiglio regionale ha deliberato l’acquisto delle quote del socio privato tramite FinCalabra, ma anche messo a punto una stima del pacchetto. La valutazione iniziale delle quote si aggirava intorno ai 12 milioni di euro, ma il lavoro di verifica portato avanti dai tecnici di FinCalabra ha, invece, messo in evidenza un valore dell’assetto societario più ridotto e, sembrerebbe, nemmeno di poco.

Prosegue, insomma, la corsa, per rimettere ogni cosa al suo posto come in un puzzle a sfondo finanziario e fare ritornare la Sacal a maggioranza pubblica. Rimane il nodo su come si sia arrivati a consegnare la società ai privati e tra vicende non chiarite, ombre e la valutazione di curricula per nuovi soci che abbiano esperienza specifica nell’ambito aeroportuale, scivola via la sabbia della clessidra che separa la Sacal dai sei milioni di ristori europei dei quali è in attesa. Ristori ai quali può accedere solo dopo avere ripristinato la propria condizione di società a maggioranza pubblica.

Intanto, il mondo politico si scaglia contro il management Sacal, chiedendone a più riprese una sostituzione. Giulio De Metrio è arrivato ormai ai diciotto mesi di mandato e potrebbe presto lasciare di sua sponte la guida dei tre scali aeroportuali. Scali sui quali la pandemia ha inciso tantissimo provocando una voragine di oltre otto milioni di euro e la mancata assunzioni di diversi stagionali che non mollano la presa e tra sit in e sindacati, continuano a reclamare di essere reintegrati.