Ad un anno dalla pioggia alluvionale che ha sconquassato la collina Sant’Anna di Rosarno, case ancora sgomberate e nessuna messa in sicurezza dell’area. Lamentano questo gli abitanti e gli imprenditori della zona, molti dei quali si sono affidati a due avvocati nelle more di un iter che, solo dopo il recente insediamento della Commissione straordinario, ha subito delle accelerazioni. Indirizzi più stringenti sono stati forniti ai dirigenti, dopo le 22 ordinanze emesse per fare divieto alle famiglie di abitare nella zona che potrebbe riprendere a franare con le piogge dell’inverno imminente.

«In estate bisognava fare qualcosa – lamenta un rosarnese che mostra uno dei pochi muraglioni che hanno retto – ma tutti hanno fatto orecchie da mercante». «Neanche la sabbia dalla strada hanno tolto – gli fa eco un concittadino – il Comune dice che non si può». L’area infatti è sottoposta a sequestro, ancora oggi tornare significa fare i conti con un paesaggio spettrale fatto di case vuote, transenne ovunque e costoni che sono ancora minacciosi.

«Certo che abbiamo paura – sostiene un imprenditore – la collina è fatta di sabbia, non è solida e prima di ogni cosa devono mettere in sicurezza la casa e poi lavorare». La casa a cui si fa riferimento è un palazzo di 4 piani, che la pioggia aveva scarificato. Si vede il basamento ceduto, infatti, e ai suoi piedi un muro spostatosi al punto da fare pressione sulle costruzioni circostanti.

Al Comune gli avvocati dei residenti vengono ricevuti dai commissari, che hanno intenzione di coinvolgere la prefettura visto il costosissimo lavoro che in ogni caso bisogna progettare, e che l’ente non è in grado di assicurare viste le ristrettezze economiche. Poi vi sono delle ordinanze di demolizione di manufatti abusivi da far rispettare e, intanto, però, la preoccupazione aumenta senza che la messa in sicurezza veda la luce.