Prima un diverbio poi qualche parola grossa e infine la follia. È stata una notte convulsa, senza ritorno,  in Piazzalunga, su via del Popolo nel centro storico di Cassano, quella tra lunedì e martedì scorsi, durante la quale Romina Iannicelli ha perso la vita dopo essere stata massacrata di botte dal marito, Giovanni Di Cicco.

Sarebbe stata, forse, una sniffata di coca di troppo, a cui l’uomo sarebbe avvezzo, ad aver generato il barbaro gesto. È stata pestata Romina, addirittura strangolata con le mani o probabilmente con un filo del telefono, e poi presa a botte in testa (forse con un bastone), che le sono state fatali.

Un lavoro diabolico quello del marito, che alla fine verso le due di notte, imbracciando due borsoni, è uscito di casa facendo perdere le sue tracce per tutta la giornata.

Di Cicco ha confessato

Fino a quando, stretto dalla morsa degli investigatori, ieri pomeriggio si è prima costituito e poi, messo sotto torchio dal procuratore Eugenio Facciolla e dal suo vice Valentina Draetta, ieri sera ha vuotato il sacco. Non si sa ancora cosa lo abbia spinto a compiere quel terribile gesto, a danno, poi, di una donna che non solo era sua moglie ma che avrebbe dato alla luce, di li a poco, il loro primo figlio. È una storia assurda e tristissima quella che si è consumata nel centro storico della cittadina delle terme, nella sentita settimana santa cassanese, a pochi giorni da Pasqua. Sicuramente alle spalle c’è un background familiare difficile. 

 

Ed è anche  su questo che indagano i carabinieri della Tenenza di Cassano, diretta dal Tenente Michele Di Leo, e della Compagnia di Corigliano, scandagliando ogni minimo particolare che possa riportare al movente dell’uxoricidio. Intanto, ieri sera, subito dopo l’interrogatorio della confessione, Giovanni Di Cicco, è stato trasferito nel carcere di Castrovillari dove rimarrà a disposizione degli inquirenti, mentre per Romina si sono aperte le gelide stanze dell’obitorio dell’ospedale di Rossano dove ad ore sarà svolto l’esame autoptico sul suo cadavere. 

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