VIDEO | Uno dei capo clan della Valle dell'Esaro inizia a collaborare con la giustizia. Il ritrovamento effettuato dagli agenti della squadra mobile della questura di Cosenza. Ieri intanto si è celebrata la prima udienza del processo scaturito dall'operazione coordinata da Nicola Gratteri nel febbraio del 2020
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Pistole, fucili, munizioni. Sul ritrovamento di un ingente quantitativo di armi nel territorio di Roggiano Gravina, da parte degli agenti della questura di Cosenza, vige il più stretto riserbo. Ma secondo alcune indiscrezioni, si tratterebbe della prima conferma della bontà delle dichiarazioni rese agli inquirenti dal collaboratore di giustizia Roberto Presta, uno dei capi della consorteria criminale della Valle dell'Esaro sgominata nel febbraio dello scorso anno, da una operazione compiuta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Aperto uno squarcio sui traffici illeciti
L'inchiesta, condotta dal Procuratore capo Nicola Gratteri e dall'aggiunto Vincenzo Capomolla, ha disarticolato un gruppo dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, legato alle 'ndrine del reggino da cui il gruppo si riforniva di droga, in particolare cocaina, da smerciare poi al dettaglio nelle piazze dei comuni di Roggiano, San Marco Argentano, Acri, Tarsia, Spezzano Albanese, San Lorenzo del Vallo. Il pentimento di Roberto Presta è destinato ad aprire uno squarcio di luce sulle attività criminali compiute dalla 'ndrangheta nell'entroterra cosentino, sul quale è ora concentrata l'attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia.
Celebrata la prima udienza
La conferma sulla scelta di Presta di saltare il fosso è giunta a margine della prima udienza del processo scaturito da quel blitz che portò all'emissione di 45 ordinanze cautelari emesse dal Gip di Catanzaro. Nel complesso in 52 sono stati rinviati a giudizio, il dibattimento avrà inizio il 4 marzo. Le indagini avevano consentito di accertare l'esistenza di contatti consolidati con le 'ndrine del reggino, dove la consorteria guidata da Presta si riforniva. Adesso Roberto Presta, cugino del boss Franco Presta, finito al 41 bis, avrebbe iniziato a raccontare ai magistrati, i retroscena dei traffici illeciti gestiti insieme al fratello Tonino ed a Mario sollazzo, altro elemento di spicco del sodalizio criminale.
Il caso Patitucci
Avrebbe reso rivelazioni anche su un presunto traffico di armi in cui il gruppo era coinvolto, tanto da consentire il ritrovamento di pistole, fucili e munizioni proprio nel territorio di Roggiano Gravina. Potrebbe anche chiarire le dinamiche di un misterioso attentato compiuto ai danni di Marco Patitucci, 35 anni, anche lui ritenuto affiliato alla cosca Presta, rinchiuso in un magazzino e dato alle fiamme nel brianzolo, in Lombardia, con l'intento di ucciderlo.