VIDEO | Nuovi sviluppi riguardo la lite scoppiata sul lungomare del centro reggino. Ancora da accertare la dinamica dei fatti
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È di due arrestati (altri due non sono stati convalidati) e tre denunciati il primo bilancio della furibonda rissa, scoppiata sul lungomare di San Ferdinando, il 14 agosto scorso. Una rissa che ha coinvolto un gruppo di migranti e una ventina di italiani. I due finiti in carcere sono africani residenti nella tendopoli dell’area industriale, mentre i tre denunciati sono residenti della zona. Tutti sono accusati a vario titolo ed in concorso tra loro dei reati di danneggiamento aggravato, rissa e lesioni personali gravi. I rosarnesi e il sanferdinandese non sono stati arrestati perché, come spiegato dagli investigatori, non sono stati presi in flagranza di reato.
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Gioia Tauro sono ancora in corso per stabilire la dinamica dei fatti e accertare le responsabilità delle persone coinvolte. Resta molta confusione sulla causa che ha innescato la furia degli italiani, mentre pochi dubbi sembrano esserci sull’epilogo della vicenda.
«È stata una rissa che ha creato panico e paura generalizzati – ha attaccato il vicesindaco di San Ferdinando Luca Gaetano – Una situazione pericolosa generata, con ogni probabilità, anche da una caccia all’uomo nero. Episodio gravissimo che è avvenuto sicuramente».
Secondo le prime ricostruzioni, i giovani africani, alterati dall’alcool, sarebbero entrati in contatto con alcuni italiani. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. Gli immigrati per difendersi avrebbero rotto una bottiglia e tirato fuori un coltello correndo tra le migliaia di persone, in preda al panico, presenti sul lungomare per la festa di Santa Barbara. Ad aumentare la paura dei villeggianti avrebbe contribuito anche la falsa notizia di una mobilitazione di centinaia di migranti provenienti dalla tendopoli.
«Tra le cause che hanno scatenato questa specie di linciaggio – ha aggiunto Gaetano – c’è un clima di odio e intolleranza che si è ormai diffuso contro i migranti».
L’amministrazione comunale chiede una pena esemplare per chi ha rovinato la serata di festa creando panico e paura, senza però distinzione di colore e nazionalità: «Se i migranti saranno ritenuti responsabili – ha continuato il vicesindaco – devono essere condannati, ma anche gli altri devono ricevere lo stesso trattamento».
L’ultima battuta del vicesindaco assomiglia molto ad un’amara considerazione: «Molte volte – ha concluso l’amministratore di San Ferdinando – nei nostri paesi si assiste a risse, talvolta anche a sparatorie, ma rispetto a questi fatti non si solleva l’indignazione popolare».