È quello che chiedono i sindacati che auspicano che «possa produrre provvedimenti ed atti concreti per la soluzione di alcune delle tante emergenze». All’ordine del giorno, tra le altre cose, il decreto relativo alla sanità. Il ministro Grillo: «Dobbiamo fare risorgere la regione»
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Il Cdm in Calabria «è un segno molto importante per una Regione che mi sembra abbia subito una catastrofe dal punto di vista sanitario. Dobbiamo farla risorgere. Con gli strumenti normativi normali non eravamo nelle condizioni, per cui con questa ultima ratio siamo sicuri di potere dare uno stimolo diverso». A dirlo è il ministro della Salute, Giulia Grillo, a margine del convegno 'L'innovazione tecnologica italiana a difesa e protezione della Salute' alla Camera. «C'è poi il tema dello sblocco delle assunzioni - evidenzia - su cui io mi sto impegnando perché la legge prevede il blocco del turnover per come abbiamo i parametri, però dobbiamo anche fare in modo che la Calabria si risollevi».
Fervono i preparativi in vista del Consiglio dei ministri convocato domani, giovedì 18 aprile, alle ore 13 in Prefettura a Reggio Calabria.
All’ordine del giorno oltre al decreto legge relativo alla sanità anche il regolamento concernente modalità e criteri di valutazione delle prove degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nella regione Valle d'Aosta, il regolamento per l'attuazione della legge 29 dicembre 2017, n. 226, recante istituzione dell'anno ovidiano e celebrazione della ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio.
Intanto Cgil, Cisl e Uil Calabria, in un documento, auspicano che il Consiglio dei Ministri che si svolgerà domani in Calabria «possa produrre provvedimenti ed atti concreti per la soluzione di alcune delle tante emergenze regionali. Le debolezze strutturali del sistema economico, sociale ed occupazionale calabrese - continua la nota - impongono politiche a sostegno della crescita, un nuovo "Pacchetto Calabria", una nuova stagione di investimenti straordinari per dare futuro al lavoro. In particolare - scrivono i sindacati - chiediamo al Consiglio dei ministri di assumere provvedimenti immediati su alcune vertenze ed emergenze».
Per la sanità calabrese, si legge, «affondata da anni di cattiva gestione locale, bisogna tuttavia riconoscere che il commissariamento non ha prodotto in questi anni gli effetti sperati. Registriamo, infatti, un progressivo smantellamento del sistema di offerta sanitaria, un peggioramento dei livelli Lea, un aumento della mobilità sanitaria passiva. L'incremento del deficit della sanità calabrese, rispetto al quale chiediamo sia fatta chiarezza, non può portare - si sottolinea - ad una nuova stagione di tagli, di lacrime e sangue, di addizionali ai livelli più¹ alti d'Italia. I calabresi non possono subire oltre al danno la beffa. Di fronte alle storiche carenze degli organici, all'esodo dalla sanità di medici, infermieri e personale sanitario che sarà prodotto da Quota 100, bloccare il turn over o fissare termini perentori che renderebbero le assunzioni irrealizzabili, significherebbe infliggerà un colpo mortale ad una Sanità che è malato cronico».
I sindacati ritengono poi che «per dare dignità al lavoro, il Cdm debba assumere provvedimenti concreti per il contrasto al precariato. In questa direzione - continua il documento - chiediamo al Governo di varare in breve tempo un provvedimento che contenga le risorse ed il sistema di deroghe normative per consentire la definitiva stabilizzazione dei 4.500 ex Lsu-Lpu, i cui contratti a tempo determinato, sono stati, grazie alle nostre mobilitazioni, prorogati fino al 31 ottobre. Ma soprattutto - scrivono - in una Regione che ha nel suo deficit infrastrutturale un grande freno allo sviluppo, bisogna sbloccare gli investimenti, aprire i cantieri, perché il lavoro prima di offrirlo devi crearlo».