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Una settimana di indagini intense condotte dalla procura di Castrovillari con il supporto dei carabinieri, ha consentito di chiarire le circostanze in cui è maturato l’omicidio di Yuriy Zinchenko il cui corpo è stato rinvenuto senza vita domenica scorsa 3 settembre, nel bagagliaio di un’auto parcheggiata in località Vascellero di Cariati. Tre provvedimenti di fermo sono stati emessi nei confronti di due donne di nazionalità ucraina, Liudmyla Popova e Iana Koshova, e di un lituano, Mihails Dimitriks, accusati di aver commesso il delitto. Una quarta persona è tutt’ora ricercata. Gli investigatori ritengono sia riuscito ad allontanarsi dal territorio calabrese.
La ricostruzione degli inquirenti
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima, che aveva precedenti penali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e che godeva di un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Crotone per fini umanitari, svolgeva lungo la costa jonica, tra le province di Cosenza e Crotone, l’attività di reclutamento di personale dell’est europeo da avviare al lavoro di bracciante o di badante, trattenendo per sé una quota sulle retribuzioni. I magistrati, insieme ai militari dell’arma, raccogliendo sommarie informazioni da persone informate sui fatti e attraverso i tabulati telefonici, hanno individuato negli arrestati le persone con cui Zinchenko intratteneva stretti rapporti. In particolare la vittima aveva intrapreso una relazione sentimentale con Liudmyla Popova. Da qualche tempo però il rapporto di convivenza si era allargato anche a Mihails Dimitriks e Iana Koshova.
Il delitto
Il gruppo era con ogni probabilità legato alle mafie operanti nell’est europeo. Il delitto sarebbe scaturito da dissapori emersi forse nell’ambito della distribuzione dei proventi delle attività illegali o forse nel desiderio di Dimitriks di scalzare Zinchenko dal suo ruolo di leader.
L’omicidio si sarebbe consumato nell’appartamento di Torretta di Crucoli in cui il gruppo abitava. Successivamente, mentre Liudmyla Popova rimaneva nell’alloggio per cancellare le tracce del delitto, gli altri si occupavano di abbandonare il corpo utilizzando due vetture. La prima con funzioni di staffetta, per verificare l’eventuale presenza di posti di blocco, la seconda come mezzo di trasporto del cadavere.
Il lavoro incessante delle forze dell’ordine ha consentito di stringere il cerchio attorno agli indagati che nel frattempo preparavano la fuga. Decisiva l’azione dei carabinieri di Corigliano che hanno rintracciato a Schiavonea Liudmyla Popova. Temendo di essere diventata un testimone scomodo e di poter rimanere vittima di ritorsioni, la Popova si era allontanata dal gruppo cercando un rifugio alternativo. Grazie alla sua collaborazione è stato possibile giungere all’emissione del provvedimento di fermo.
Per quanto concerne l’esecuzione materiale dell’omicidio, Zinchenko è stato ucciso con diversi fendenti inflitti all’addome e poi finito a colpi di pistola. Si attende l’esito dell’autopsia per chiarire la sequenza e la dinamica del crimine.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa del procuratore Capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, a cui hanno partecipato anche il sostituto Luigi Spina ed i comandanti dei carabinieri di Corigliano e Rossano, Della Queva e Sganzerla.
Salvatore Bruno