La deputata vibonese interviene in Parlamento e riporta i numeri dell’inchiesta in risposta a Vittorio Sgarbi che aveva criticato Gratteri e il trasferimento di Lupacchini
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«Ieri ho sentito parole pesanti da parte del collega Sgarbi rivolte al Procuratore Gratteri. Ed invece totale appiattimento alle posizioni espresse dal Procuratore Lupacchini ormai trasferito da Catanzaro a Torino. Non mi presterò a questo gioco delle parti contrapposte, perché ricordo che siamo donne e uomini delle Istituzioni e ciò che noi diciamo e facciamo ed anche ciò che omettiamo di dire o fare ha un peso specifico: rappresenta una scelta politica precisa».
Esordisce così alla Camera la deputata del M5s Dalila Nesci, in risposta alle recenti dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, che in un suo intervento aveva criticato l’operato del procuratore della Dda, Nicola Gratteri, in merito all’inchiesta Rinascita Scott («Su 330 arrestati, e lo sanno bene gli amici del Pd, 90 sono stati scarcerati dopo un’azione spettacolare di oltre 4000 esponenti delle forze dell’ordine e dopo un grande polverone giudiziario»). Critiche del parlamentare erano arrivate anche per il trasferimento del procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini («C’è una grave emergenza democratica nella giustizia grazie all’indifferenza delle istituzioni e alla stessa azione asimmetrica contro l’autonomia della magistratura del ministro Bonafede. È stato infatti revocato e trasferito a Torino il procuratore Lupacchini, la cui azione irreprensibile ha indicato la verità»).
La Nesci in aula ha precisato che «dagli atti della Procura di Catanzaro emerge che su 277 istanze di riesame discusse fino al 28 gennaio 2020, gli annullamenti sono soltanto 69 (non sono ancora note le motivazioni, dunque non è ancora noto se l’annullamento è sulla gravità indiziaria o per le esigenze cautelari). Tra gli annullamenti citati vi sono n. 7 annullamenti per declaratoria di incompetenza territoriale e contestuale trasmissione degli atti alle A.G competenti per la rivalutazione della misura. 39 sono invece rimodulazioni della misura (con sostituzione della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari o ancora della sostituzione degli arresti domiciliari e/o misure interdittive). Allo stato, dunque, rimangono 265 soggetti sottoposti a misure cautelari a fronte dei 334. Non mi pare che qualcuno possa parlare di “operazioni evanescenti della procura di Catanzaro”!».
Secondo la parlamentare «ci sarà sempre un prima ed un dopo l’operazione antimafia Rinascita-Scott che anche dopo il riesame rimane a tutt’oggi la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo. Ciascun rappresentante delle istituzioni ed autorità sul territorio sarà ricordato in base a ciò di cui si occupava prima e dopo questa inchiesta. E non perché io sia una fanatica giustizialista, niente affatto, rispetterò il percorso di ciascuna posizione processuale. Ma trovo inaccettabili le parole di Sgarbi di ieri perché, che il Pg della Cassazione Salvi ed il Ministro Bonafede abbiano chiesto alla sezione disciplinare del Csm di trasferire d’ufficio l’ormai ex Pg generale di Cz Lupacchini era doveroso. Doveroso perché non si può con quel ruolo svilire e delegittimare un magistrato che è nel mirino della ‘ndrangheta e di chissà quali altri poteri malati che convivono in questo Stato. Poteri e mafie sulle quali magistrati come Gratteri, e non solo, hanno il coraggio di indagare. La nostra Repubblica ha già attraversato periodi bui in cui magistrati sono stati lasciati soli. E questo non dovrà mai più accadere».
Nesci ha concluso «dicendo a Sgarbi, da donna di Calabria, che “umiliazione per i calabresi” non sono le indagini della magistratura ma la presenza soffocante della ‘ndrangheta sui nostri territori. E facciamo mea culpa di come la politica, in molti casi, non sia stata in grado di fare proposte elettorali all’altezza della situazione. Il mio appello è alla collaborazione istituzionale e politica in maniera trasversale, per non perdere l’occasione di onorare il mandato che ricopriamo secondo Costituzione».