Doveva morire per mano del clan dei Piscopisani, Saverio Razionale. E’ quanto svelano le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, agli atti dell’inchiesta Rinascita-Scott. Dichiarazioni che ben delineano alleanze e doppi giochi nella ‘ndrangheta vibonese, all’ombra di affari milionari sin nella capitale.

«So che la cosca Fiarè-Razionale di San Gregorio d’Ippona una volta era una cosa sola ma recentemente è meno unita. Infatti Saverio Razionale parlava sempre male di Rosario Fiarè,  mentre quest’ultimo parlava bene di Razionale. Poi, prima che ci arrestassero – dichiara Moscato – vennero a mangiare tutti assieme con noi a Piscopio: con Saverio Razionale c’era Gasparro, detto “Ruzzu U Gattu”, che gestisce il danaro per lui, mentre con Rosario Fiarè c’era Gregorio Gioffrè, il genero, che gestisce le estorsioni in tutta la provincia; il denaro di Razionale per l’usura su Vibo lo gestisce anche Diego Bulzomì», quest’ultimo non indagato nell’inchiesta “Rinascita-Scott.

Raffaele Moscato spiega così che «Gasparro e Razionale lavorano ancora ora assieme, contano a San Gregorio d’Ippona e Gasparro, detto “Ruzzu U Gattu”, stava costruendo un immobile nel paese con i soldi di provenienza illecita». Quindi l’inedita rivelazione: «Rosario Battaglia una volta mi disse che voleva uccidere Saverio Razionale. Questo me lo disse nel 2011, perché diceva di temere che facesse il doppio gioco e perché pensava che ci aveva venduto ai Mancuso. In particolare pensava che Razionale si era accordato con Pantaleone Mancuso, inteso Scarpuni. So che Rosario Battaglia parlava con Andrea Mantella ma non so dire se hanno mai discusso di questo. Noi Piscopisani eravamo convinti che Razionale avvertiva Pantaleone Mancuso, Scarpuni, del fatto che volevamo ammazzarlo e per questo non passava quando noi organizzavamo gli agguati a Scarpuni».

Il profilo di Razionale tracciato da Moscato

«Saverio Razionale è un pezzo da novanta, è con i Mancuso e ha tanti soldi. Io – spiega il collaboratore – sono convinto che oggi i rapporti con Razionale e Gasparro a Piscopio li ha Michele Fiorillo, che loro stimano particolarmente, ma hanno anche buoni rapporti, da sempre, con Giuseppe Galati, detto “Pino il Ragioniere”. Gregorio Gasparro ci diceva sempre quando c’erano le operazioni, lui lo sapeva in anticipo, non sapevamo però chi lo avvisasse».

Il rapporto con i Piscopisani

«So per certo – ha ricordato Moscato – che in quel periodo tutto quello che facevano Rosario Fiorillo, detto Pulcino, e Michele Fiorillo, alias Zarrillo, lo facevano con il benestare di Gregorio Gasparro, anche perché stavano dalla mattina alla sera con lui. So che loro avevano fatto degli omicidi per lui e per Razionale, in sostanza loro due sono cresciuti con Gasparro; nonso dire di quali omicidi si tratti ma ne sono certo perché questo me lo dissero sia Rosario Battaglia che Rosario Fiorillo, detto “Pulcino”. Anche Francesco Scrugli mi disse di averfatto dei favori per Gasparro. Io stesso gli ho fatto dei favori. So che il fratello di Gregorio Gasparro, di cui non ricordo il nome, credo Ciccio, è un loro affiliato, anche se non ha la sua stessa importanza criminale. Anche Nazzareno Felice di Piscopio ha sempre avuto rapporti buoni, di cointeressenze criminali con Gregorio Gasparro e Saverio Razionale, tanto da sapere che si incontravano pure a Roma. Me ne parlava pure Razionale a Roma di questi loro incontri».

I legami di Razionale da Vibo Marina a Zungri

Raffaele Moscato ricorda agli inquirenti anche altri legami nati nella ‘ndrangheta vibonese. «Razionale – svela il collaboratore di giustizia – è molto amico di Antonio Vacatello e lo va a trovare spesso a Vibo Marina. Vacatello è nato criminalmente con la cosca dei Fiarè – sostiene Moscato – ma è stato battezzato nella ‘ndrina di Giuseppe Accorinti, detto “Peppone”, di Zungri. So che Accorinti ha ancora oggi ottimi rapporti con Razionale, tanto che anche prima che io fossi arrestato sono andati a mangiare a Zungri con Rosario Battaglia e credo ci fosse anche Antonio Vacatello».

Il timore di essere uccisi dal boss di Zungri

Raffaele Moscato non dimentica di ricordare il timore nutrito dai Piscopisani nei confronti di Giuseppe Accorinti, il boss di Zungri ritenuto dal “grilletto” facile. «Io non sono mai andato da Peppone a mangiare per paura di essere ammazzato – ricorda Moscato – e lo stesso Rosario Battaglia ha rifiutato di dormire da lui quella sera dopo aver cenato; Peppone è stato sempre con Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni, ed ha sempre ammazzato con facilità».

I mancati messaggi di Razionale ai Piscopisani ed il ruolo di Luigi Mancuso

Il collaboratore di giustizia ha svelato ai magistrati anche il ruolo del boss di Limbadi Luigi Mancuso una volta uscito nel 2012 dal carcere dopo 19 anni di ininterrotta detenzione. «Una volta Luigi Mancuso mandò, attraverso Saverio Razionale, un’ambasciata per avere un incontro con noi Piscopisani per fare pace; questo me lo disse Rosario Battaglia aggiungendo che questa ambasciata Razionale non l’aveva mai fatta giungere a noi. A noi sembrava strano che una volta uscito Luigi Mancuso, che “faceva il Papa”, non ci aveva ancora chiamato. Il senso di quello che ho appena detto è che tutti i criminali della provincia di Vibo facevano la fila per andare da Luigi Mancuso che era il vero capo di tutto. Il capo di tutta la famiglia infatti è proprio Luigi Mancuso e anche Scarpuni riconosceva questo suo ruolo e gli conservava il potere e i soldi.  Luigi Mancuso è il criminale più importante, soprattutto dopo la morte di Damiano Vallelunga», ovvero del boss di Serra San Bruno ucciso a Riace nel settembre del 2009. 

«Saverio Razionale – ha aggiunto Moscato – non ci ha portato l’ambasciata di Luigi Mancuso perché era uno che faceva sempre tragedie; noi sapevamo che Razionale era sempre dalla parte dei Mancuso, anche con Scarpuni. Razionale era all’inizio con Giuseppe Mancuso, detto “Peppe Mbrogghia”, essendo un suo killer».

 

Un rapporto, quello con il boss Giuseppe Mancuso (cl. ’49), nipote di Luigi Mancuso, che si sarebbe rotto quando proprio il boss di Limbadi avrebbe armato la mano a Roberto Soriano di Filandari per attentare a Briatico – il 25 settembre 1995 – alla vita di Saverio Razionale mentre si trovava in compagnia di Giuseppe Fiorillo di Piscopio, padre di Michele Fiorillo. Roberto Soriano – fratello del boss Leone Soriano – secondo le risultanze investigative dell’operazione “Rinascita-Scott”, sarebbe stato quindi eliminato (il suo corpo non è mai stato ritrovato) dallo stesso Razionale e da Giuseppe Accorinti il quale dopo averlo torturato l’avrebbe macinato con il trattore nelle campagne di Zungri.

Saverio Razionale a Roma

Il boss di San Gregorio d’Ippona, secondo Raffaele Moscato, avrebbe curato diversi affari anche nella capitale. «So che con Razionale a Roma si accompagnava Salvatore Giamborino di Piscopio – ricorda il collaboratore – che era una persona di sua fiducia e aveva le autoblu. Io pensavo che con Razionale fossero in società perché erano sempre assieme; anche il padre di Giamborino Salvatore, di cui non ricordo il nome, faceva la stessa cosa con Razionale».

Saverio Razionale – a detta sempre di Moscato – avrebbe «raggiunto livelli altissimi ed ha anche assegni del Vaticano, nel senso che evidentemente ha un conto pure in banche del Vaticano. Con Battaglia e Fiorillo si parlava del fatto che era entrato nella massoneria a Roma e che era un falso amico».

Il compleanno di Moscato a Roma insieme a Razionale 

Nonostante i Piscopisani negli ultimi tempi non si fidassero di Razionale, con lui avrebbero trascorso diverse serate a Roma. «Quando ci incontravamo a Roma con Razionale, che aveva nella capitale una piccola impresa edilizia, ci vedevamo nell’hotel vicino casa sua o in una veranda fuori dalla struttura alberghiera. Il 20 luglio del 2009 – ricorda Moscato – mi hanno organizzato lui, Saverio Razionale e Michele Fiorillo la festa di compleanno. Eravamo a cena tutti assieme e a mezzanotte Rosario Battaglia e gli altri presenti mi hanno fatto una sorpresa con la torta e lo champagne. Poi abbiamo continuato a festeggiare, tutti assieme, anche con Saverio Razionale, a “Campo dei Fiori”, in un pub dove si balla. Noi eravamo con un’auto blu, quelle a noleggio, in quanto con noi c’era anche Salvatore Giamborino che è titolare dell’attività di noleggio».

Razionale, i night club e il fermo con i Casamonica 

Raffaele Moscato svela infine un altro particolare inedito. «Saverio Razionale aveva un night club a Roma e non lo sapeva nessuno.  Non ricordo la zona, ma aveva proposto a Rosario Battaglia di comprarlo a pochi soldi, ma lui gli rispose: “Queste cose le fanno i magnacci”. Noi, ed anche io, andavamo dappertutto nei night club e ricordo – conclude il collaboratore – di aver avuto anche un fermo di polizia sotto al night del Colosseo, sotto gli scalini, con Romeo Casamonica, che aveva una Ferrari e una villa a Ciampino».