Spunta anche il nome del senatore vibonese Giuseppe Mangialavori – nonché anche coordinatore regionale di Forza Italia – nei nuovi verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, depositati dalla Dda di Catanzaro nel maxiprocesso Rinascita Scott in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Verbali il cui deposito era stato annunciato in udienza dal pm Andrea Mancuso e che sono stati messi ora a disposizione delle parti – avvocati degli imputati e di parte civile – divenendo così conoscibili. Si tratta di verbali che – come spiegato in aula dal pubblico ministero – contengono degli omissis in meno rispetto ai verbali già depositati e sui quali il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena è chiamato a rendere deposizione una volta terminato il controesame del pentito Andrea Mantella ancora in corso. 

Politici e ‘ndrangheta

E così, se proprio Andrea Mantella non aveva mancato nelle scorse settimane di fare in aula i nomi di diversi esponenti della politica vibonese che, a suo dire, sarebbero vicini alla ‘ndrangheta – o comunque avrebbero collegamenti con gli ambienti della criminalità organizzata – (Mantella nel corso della deposizione ha fatto i nomi dell’ex assessore regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno, dell’attuale consigliere regionale di centrodestra Vito Pitaro, dell’ex presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti, dell’ex sindaco Elio Costa, dell’ex presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni, dell’ex consigliere regionale e già vicesindaco di Vibo Salvatore Bulzomì, dell’attuale capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale di Vibo Leoluca Curello, dell’ex assessore comunale di Vibo Vincenzo De Filippis e dell’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino, con gli ultimi due imputati), Bartolomeo Arena tira in ballo il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, eletto in Parlamento nelle politiche del 2018 ed in precedenza consigliere regionale e presidente del Consiglio comunale di Vibo Valentia.

La collaborazione di Arena

L’interrogatorio è del 29 novembre 2019 e si svolge dinanzi al pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, ed al maggiore Vittorio Palmieri, all’epoca alla guida dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia. Come riportato nel verbale depositato, si tratta del sedicesimo interrogatorio del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena che il mese prima aveva deciso di consegnarsi proprio ai carabinieri per “vuotare il sacco”. L’argomento al centro dell’interrogatorio sono le conoscenze di Bartolomeo Arena sulla cosca Anello di Filadelfia ed il collaboratore, dopo aver spiegato il ruolo di Rocco Anello nella ‘ndrangheta e le alleanze del clan, fa mettere testualmente a verbale: “Anche i figli di Rocco e Tommaso Anello – uno di questi si chiama Francesco – li ho conosciuti personalmente, fanno parte dell’omonimo gruppo criminale e si occupano principalmente di veicolare messaggi. Gli Anello per veicolare messaggi su Vibo si servono spesso di Michele Barba, il soggetto che è legato con il politico Mangialavori  di cui ho già parlato in altri verbali”. 

Il collegamento con Mangialavori

Dunque, secondo Bartolomeo Arena ci sarebbe un soggetto “legato” al senatore Giuseppe Mangialavori – indicato dal collaboratore di giustizia nella persona di Michele Barba – che verrebbe utilizzato dagli Anello di Filadelfia per “veicolare messaggi su Vibo”. Michele Barba (nel verbale non è indicata la data di nascita e la provenienza) sarebbe così un soggetto con da un lato un legame con il senatore Giuseppe Mangialavori, dall’altro – sempre secondo il collaboratore di giustizia – vanterebbe un legame con il clan Anello di Filadelfia. Dal verbale di Bartolomeo Arena, inoltre, si apprende che il collaboratore ha parlato del senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori pure “in altri verbali”. In che termini e cosa abbia riferito Bartolomeo Arena sull’attuale coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, Giuseppe Mangialavori, non è dato al momento sapere perché gli altri verbali sono al momento secretati e omissati. Ma un dato è ora certo: Bartolomeo Arena ha riferito agli inquirenti in tali verbali anche “sul politico Mangialavori”.

L’inchiesta Imponimento ed il clan Anello

Non è la prima volta che il nome del senatore Giuseppe Mangialavori lo si ritrova agli atti delle inchieste antimafia. Nell’inchiesta “Imponimento”, infatti, nel capo di imputazione contestato a Giovanni Anello (ex assessore del Comune di Polia, arrestato), all’imprenditore Daniele Prestanicola (arrestato) ed all’ex consigliere comunale di Vibo Valentia, Francescantonio Tedesco (pure lui arrestato), c’è anche l’accusa per i tre di aver “contribuito a formare la strategia del sodalizio criminale (clan Anello) in ambito politico, come quando promuovevano il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 per il dott. Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica”. 
Proprio ieri il gup distrettuale di Catanzaro, Francesco Rinaldi, ha rinviato a giudizio l’ex consigliere comunale di Vibo Franco Tedesco (ritenuto vicino politicamente a Giuseppe Mangialavori) e l’ex assessore del Comune di Polia Giovanni Anello, mentre Daniele Pestanicola ha scelto il rito abbreviato e gli vengono contestati 17 capi d’imputazione  (fra cui anche quattro estorsioni e i reati di furto, ricettazione, riciclaggio, detenzione illegale di armi, inquinamento ambientale, smaltimento illegale di rifiuti, traffico illecito di rifiuti, violenza privata. Reati tutti aggravati dalle modalità e finalità mafiose). A Giovanni Anello vengono invece contestati 12 capi d’imputazione (associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, falsità materiale, abuso d’ufficio, riciclaggio, rivelazione di segreti d’ufficio, corruzione, turbata libertà degli incanti). A Franco Tedesco, oltre all’accusa di associazione mafiosa (clan Anello) – viene contestato pure il reato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose.

La Corte di Cassazione, nel confermare di recente la misura cautelare nei confronti dell’ex consigliere comunale Franco Tedesco ha inoltre scritto a chiare lettere che lo stesso ex consigliere deve restare in carcere anche per aver procacciato il sostegno elettorale del clan Anello di Filadelfia in favore dell’allora candidato al Senato Giuseppe Mangialavori.  Negli atti dell’inchiesta Imponimento il procuratore Nicola Gratteri ed i suoi uomini hanno infine evidenziato che “dal 2018 la figlia di Tommaso Anello è stata dipendente della Salus Mangialavori Srl (laboratorio di analisi cliniche) con sede in via Don Bosco a Vibo Valentia”. Lo stesso Tommaso Anello è stato ieri rinviato a giudizio nell’inchiesta Imponimento quale vertice assoluto dell’omonimo clan di Filadelfia insieme al fratello Rocco, che ha scelto invece il rito abbreviato. 

La deposizione a Rinascita-Scott

Il collaboratore di giustizia, Bartolomeo Arena – ritenuto dalla Dda di Catanzaro fra le più credibili “gole profonde” della ‘ndrangheta vibonese degli ultimi anni – sarà chiamato a deporre nel maxiprocesso Rinascita Scott nel mese di luglio. In udienza, quindi – rispondendo alle domande della pubblica accusa, delle parti civili e dei difensori degli imputati – si vedrà se ed in quali termini il suo racconto, che chiama in causa pure il senatore Giuseppe Mangialavori (non indagato per quel che si può apprendere dagli atti sinora conoscibili), verrà ampliato e meglio chiarito.
Nel frattempo senza risposte è rimasto l’invito di alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle facenti parte della Commissione parlamentare antimafia – rivolto nelle scorse settimane al senatore Mangialavori (anche lui componente della stessa Commissione) – di chiarire le circostanze che emergono dall’inchiesta Imponimento.