Parte il controesame dell’avvocato Paride Scinica, difensore del superboss vibonese. Si parte dalla struttura della ‘ndrangheta, poi gradi e gerarchie
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Il controesame del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena al maxiprocesso Rinascita Scott prosegue con la raffica di domande formulate dall’avvocato Paride Scinica, che assiste - unitamente al collega Francesco Calabrese - il superboss Luigi Mancuso ed altri imputati accusati a vario titolo di essere legati al presunto capo del neonato Crimine di Vibo Valentia. Il penalista parte scandagliando le dichiarazioni rese in dibattimento sul conto di Emanuele La Malfa, considerato dalla pubblica accusa come l’ambasciatore dello stesso Mancuso. Arena conferma, in particolare, come lo stesso La Malfa si recasse al Cin Cin Bar per interloquire con Gianfranco Ferrante, nei giorni in cui Mancuso si sottrasse alla sorveglianza speciale divenendo di fatto latitante.
La struttura della ‘ndrangheta
L’avvocato Scinica (foto in basso) andando avanti quasi interroga il pentito sugli «organi o strutture della ‘ndrangheta»: «Una ’ndrina – replica il dichiarante – è per lo più a base familiare, che deve rispondere ad un locale di ‘ndrangheta di riferimento. Il riconoscimento del locale a Polsi è una cosa che appartiene al passato. Il “buon ordine” è in pratica un locale che non riconosciuto che risponde comunque a Polsi attraverso alcuni suoi membri. Un locale riconosciuto ha cariche e doti più contenute. In un locale riconosciuto, per quello che so io deve essere almeno di quarantanove, mentre in un buon ordine si può essere pure di meno».
Arena, rispondendo al difensore, conferma quanto sostenuto in precedenza: «A Vibo c’era un “buon ordine” perché non si voleva rispondere ad una struttura superiore su base provinciale». Domanda: «Lei ha fatto riferimento al Crimine di Cutro e al Crimine di Cirò. Che rapporti c’erano con il Crimine di Polsi?». Arena: «So che erano riconosciute a Polsi e avevano buoni rapporti. Se, ad esempio, c’è un Crimine a Cutro, se Polsi è d’accordo, chi vuole attivare un locale si deve rivolgere a Cutro che poi dà solo la notizia a Polsi». E poi: «Dopo Crimine le cose sono cambiate parecchio. Ora, con tutte queste carcerazioni, parecchie persone ottengono doti da persone che già rispondono a Polsi ed hanno doti importantissime. Su Vibo il massimo esponente so che, almeno fino all’operazione Rinascita, era Luigi Mancuso».
Luigi Mancuso e il Crimine di Vibo
Ancora Arena: «Il locale di Ventimiglia, per la sua funzione di camera di controllo, è il più importante in Italia dopo Polsi. So che esistono livelli intermedi tra Polsi e la Liguria, Polsi e la Lombardia, ma non posso essere più preciso. So che a Vibo Luigi Mancuso stava cercando di creare una sorta di camera di controllo tra la provincia di Vibo e Polsi. Fino al 2012 nella provincia di Vibo non è mai esistito un Crimine, poi Mancuso è uscito dal carcere e la massima espressione della provincia di Vibo è diventato lui, anche a livello nazionale. E so che avrebbe cercato di crearlo il Crimine, ma non so se l’abbia creata». Obiettivo della difesa di Mancuso è individuare crepe nel racconto del dichiarante e smentire l’esistenza di un Crimine nella provincia di Vibo Valentia, del quale Luigi Mancuso sarebbe stato il capo o il promotore.
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