Da un lato la maxi retata denominata in codice “Rinascita Scott”, che nel dicembre 2019 ha acceso i riflettori nazionali sul fenomeno della ‘ndrangheta. Dall’altra un processo che, salvo rarissime eccezioni, ha avuto e sta avendo pochissimo risalto mediatico. Sono i due temi su cui si è incentrata la tesi di laurea discussa all'università di Roma La Sapienza da Giovanni Lupis, studente di Roccella Jonica con la passione per il giornalismo. Un lavoro di approfondimento e di ricerca certosina di fonti attraverso cui il neo dottore in comunicazione ha voluto tracciare quelli che sono i legami tra la criminalità organizzata, la politica, l’imprenditoria e la massoneria deviata.

«Ho sempre nutrito un particolare interesse verso il fenomeno criminale della ‘ndrangheta – ha sottolineato l’autore della tesi – da sempre vista come una mafia di secondo piano rispetto a Cosa Nostra e alla Camorra. Eppure nel corso degli anni ha saputo nascondersi, evolversi e trasformarsi fino a divenire l’organizzazione criminale più potente e ramificata al mondo. Con il mio elaborato ho voluto sottolineare ancora una volta l’errore di fondo nella lotta alla ‘ndrangheta, ovvero considerare quest’ultima come un sottoprodotto sociale rispetto alle altre mafie».

L’indagine mira ad analizzare le cause di un “silenzio pneumatico” mediatico attorno a quello che è stato definito il più grande dibattimento mai celebrato in Italia alla criminalità organizzata, secondo solo a quello storico di Palermo. «Ho trovato alquanto inusuale e strano il silenzio mediatico, al di fuori dei confini regionali calabresi come più volte sottolineato dallo stesso procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che finora ha avvolto il maxiprocesso – ha evidenziato - Se solamente due trasmissioni, di cui una regionale, negli ultimi due anni hanno acceso i riflettori su Rinascita Scott, c’è, quindi, da domandarsi perché questo processo non è degno di ricevere la giusta attenzione mediatica nazionale».

Non LaC Tv, a cui è riservato un paragrafo dell’elaborato, che al maxi processo ancora in corso nell’aula bunker di Lamezia ha dedicato un format di approfondimenti settimanali, ricevendo un ottimo consenso di pubblico e di critica. «Ci sono stati degli ospiti di prestigio non solo a livello regionale ma anche nazionale – ha rimarcato Lupis – e ho notato come l’argomento ‘ndrangheta sia stato approfondito a 360 gradi».