Accolta l'istanza presentata dalla procura antimafia di Catanzaro. Il magistrato aveva autorizzato come gip distrettuale alcune intercettazioni dell’inchiesta e quindi è incompatibile
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Accolta dalla Corte d’Appello di Catanzaro l’istanza di ricusazione presentata dalla Dda di Catanzaro nei confronti della presidente del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, Tiziana Macrì, chiamata a giudicare quattro imputati del giudizio immediato di Rinascita-Scott: gli avvocati Giancarlo Pittelli e Giulio Calabretta, l’imprenditore vibonese Mario Lo Riggio e l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo.
Naturalmente, però, la decisione della Corte d’Appello avrà ripercussioni dirette anche sull’intero procedimento Rinascita-Scott che si aprirà mercoledì prossimo nell’aula bunker della Fondazione Terina di Lamezia Terme (oltre 300 gli imputati) – sempre dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia – poiché la Corte nell’accogliere la ricusazione del giudice parla espressamente di incompatibilità funzionale del giudice. La stessa, infatti, nelle precedenti vesti di gip distrettuale di Catanzaro ha convalidato il decreto intercettivo disposto dal pm in via d’urgenza (4 ottobre 2016) proprio nell’ambito dell’indagine Rinascita-Scott.
Nel caso di specie riguardava un’intercettazione (e relativa proroga) sull’utenza dell’indagato Danilo Tripodi, in servizio al Tribunale di Vibo Valentia con una valutazione formulata sul merito dell’imputazione associativa e nell’ambito del medesimo procedimento Rinascita-Scott. Incompatibilità funzionale, dunque, all’esercizio delle funzioni di giudice per il processo Rinascita-Scott che il giudice Tiziana Macrì si apprestava a presiedere. Lo stesso magistrato che, a parere della Corte d’Appello, ha compiuto quale gip “attività a carattere giurisdizionale che ha comportato la valutazione di un corposo materiale investigativo confluito nel fascicolo processuale” di Rinascita-Scott.