Appena 6.828 su 17.951 progressivi. Il coordinatore dei periti incaricati dal Tribunale: «Problematico stabilire un tempo di consegna». La Dda chiede risposte
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La grana delle intercettazioni: ciò è stato decisivo per le indagini che condussero alla colossale maxioperazione, diviene oggi una sorta di zavorra del maxiprocesso. A quindici mesi dall’apertura dell’udienza preliminare e a quasi un anno dall’avvio del dibattimento, nell’aula bunker di Lamezia Terme l’esame testimoniale degli ufficiali di polizia giudiziaria prosegue richiamando, quali fonti di prova, intercettazioni delle quali il collegio di periti incaricato dal Tribunale non ha ancora depositato le trascrizioni.
«Sono 17.951 i progressivi da trascrivere. Di questi, 6.828 file audio sono stati consegnati, circa il 40%», spiega il coordinatore dei periti Vittorio Scullari, convocato dal collegio giudicante di Rinascita Scott a fornire delucidazioni. Il capo dei trascrittori incaricati dal Tribunale precisa quindi che «tutto l’audio, relativo alle liste prioritarie consegnate, è stato diviso tra i vari periti, ognuno dei quali ha circa 30 ore da trascrivere, per un totale di 750 ore. Circa 3.000 file non ci sono stati forniti e quindi non ne abbiamo la durata. È difficile, quindi, capire quanto è stato fatto, rispetto a quanto depositato perché il dato è parziale». Lamenta, inoltre, Scullari, che una parte dei file già a disposizione dei periti sia stata consegnata «in assenza dei dati oggettivi» (utenza intercettata, data, ora, ecc…). Alla luce di tutto questo, conclude: «È oltremodo problematico stabilire un tempo di consegna degli elaborati».
Il confronto in aula serve a far chiarezza, ma non del tutto. Chiedono ulteriori chiarimenti la presidente Brigida Cavasino ed il pm Andrea Mancuso. «Quanto ai periti – precisa Scullari – alcuni non hanno finora depositato alcun elaborato. Alcuni hanno depositato quasi venti ore, altri invece zero». Perché, malgrado i mesi trascorsi, alcuni trascrittori non hanno presentato neppure una trascrizione? «Li convocheremo tutti per capire le ragioni di tutto questo – chiosa la presidente Cavasino – Vanno chiarite le responsabilità di questo ritardo. A breve sarà dato un termine massimo per il deposito degli elaborati, perché non possiamo fare diversamente».
Il pm Andrea Mancuso si riserva del tempo per chiarire alcune circostanze: «Darò riscontri alla prossima udienza», assicura. Però, alcune sue parole sono eloquenti: «Siamo a dicembre, il processo è iniziato a gennaio – spiega – A me i dati non tornano, se si parla di circa 18.000 file audio, dei quali solo 6.000 depositati. Noi i dati oggettivi che mancano non li sappiamo, se non ci viene detto quali a progressivi fanno riferimento. La vaghezza delle indicazioni è il faro di tutto». E poi, ancora il pm Mancuso: «“Tremila non consegnati” è una affermazione che non dà risposte: da chi? Quando e come sono stati richiesti? Quando abbiamo avuto delle indicazioni chiare, tutti i dati sono stati recuperati presso l’Ufficio intercettazioni della Procura e sono stati consegnati. È una situazione che mette in gravissima difficoltà il Tribunale, l’Ufficio di Procura e le difese».
Il coordinatore del collegio dei trascrittori incaricato dal Tribunale di Rinascita Scott, alla luce delle affermazioni del pubblico ministero, fornice quindi ulteriori suoi chiarimenti: «In data 5 ottobre 2021 il sottoscritto inviava una lista completa, dettagliata. Un elenco di 43 pagine, con i dettagli, rit per rit, progressivo per progressivo, con tutti i riferimenti relativi ai dati mancanti. Il 4 novembre successivo la Procura dava risposte, consegnando i supporti. Poi però ho comunicato tempestivamente che dei circa 15.000 progressivi segnalati, ne mancavano 3.000. Nonostante ciò, il 9 dicembre 2021, ho rifatto le liste, con l’elenco di tutto ciò che nei supporti consegnati il 4 novembre non era presente. Da allora dalla Procura non ho avuto risposta».
E qui, numeri e tempi, non quadrano, almeno per il pm: «Mi sembra che 15.000 segnalazioni su 17.000 fonie sia un dato elevato. Se si arriva addirittura ad ottobre a segnalare tutto questo, è sintomatico che un problema c’è stato».
A contribuire a sbrogliare la matassa è l’avvocato Paride Scinica, difensore del principale imputato del maxiprocesso, ovvero il superboss Luigi Mancuso, il quale rileva in premessa un dettaglio di particolare rilevanza. Il penalista spiega come l’incarico al superperito Scullari veniva conferito il 23 febbraio 2021. «Circa un mese dopo – continua l’avvocato Scinica – ovvero il 17 marzo, i periti Vercillo e Nardone avevano inviato una nota attraverso cui fornivano un elenco di file audio mancanti. Siccome ci dice che il 5 ottobre ha inviato una nota lamentando l’assenza delle fonie – prosegue il difensore rivolgendosi a Vittorio Scullari – possiamo capire cosa è successo dal 17 marzo al 5 ottobre? L’ufficio intercettazioni della Procura, i file audio richiesti a marzo dai suoi colleghi, li ha consegnati? Lo chiedo – aggiunge l’avvocato Scinica rivolgendosi al Tribunale – per capire se c’è stata una inadempienza del collegio peritale o invece un problema nella masterizzazione dei file audio. Il ritardo è imputabile a chi?». E qui, il difensore sgombra, almeno in parte, il campo dai dubbi: «Io ho verificato i tre elenchi consegnati dalla Procura già in sede di udienza preliminare. Ed in base a quanto ho riscontrato, nel più corposo, ovvero quello di 535 pagine, i dati oggettivi dei quali oggi si è lamentata la carenza, erano già puntualmente indicati dal Ros di Catanzaro. Di sicuro, per quanto attiene i dati oggettivi, il problema non riguarda quindi il Ros di Catanzaro...».