’Ndrangheta

Rinascita Scott, si riparte dai 650 anni di carcere del primo grado: oggi 70 imputati davanti alla Corte d’Appello

Si tratta del processo in abbreviato. La procura distrettuale di Catanzaro, che ha coordinato la maxi inchiesta, ha appellato 4 delle 19 assoluzioni. Ecco i nomi di tutti gli imputati

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di Giuseppe Baglivo
10 febbraio 2023
10:00
L’aula bunker di Lamezia Terme
L’aula bunker di Lamezia Terme

Il processo d’appello riparte dai quasi 650 anni di carcere comminati in primo grado ai 70 condannati. Gli imputati finiti nel troncone dell’abbreviato del processo Rinascita Scott compariranno questa mattina per l’inizio del secondo grado del procedimento intentato dalla Dda di Catanzaro contro le cosche del Vibonese. 

La Procura distrettuale antimafia ha appellato 4 delle 19 assoluzioni (70 invece le condanne) decise dal gup distrettuale Claudio Paris, vale a dire quelle che avevano riguardato Emanuela Chillà, Antonio Di Virgilio, Maurizio Fiumara di Pizzo e l’avvocato ed imprenditore vibonese Vincenzo Renda. 


Gli imputati condannati – per via della scelta del rito abbreviato –hanno goduto dello sconto di pena pari ad un terzo della pena.

Giudicati con il rito abbreviato, fra gli altri, i collaboratori di giustizia di Vibo Valentia, Bartolomeo ArenaGaetano Cannatà e Michele Camillò, oltre ad Emanuele Mancuso di Nicotera, “rampollo” dell’omonimo clan e figlio del più noto Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”.
La principale accusa è quella di associazione mafiosa, ma non mancano le contestazioni per diversi tentati omicidi, narcotrafficointestazione fittizia di beni, estorsione, corruzione, danneggiamento, detenzione illegale di armi ed usura

Tutti gli imputati condannati per il reato associativo sono stati condannati anche al risarcimento dei danni nei confronti dei Comuni costituiti parti civili. Complessivamente gli imputati dovranno risarcire tutte le parti civili per la somma di 900 mila euro, con la somma di 150mila euro per ogni Comune parte civile. Le pene più alte – 20 anni reclusione – ai seguenti imputati: Mommo Macrì, Luciano Macrì, Saverio Sacchinelli, Francesco Antonio Pardea, Gregorio Niglia, Pasquale Gallone.

Domenico Camillò, posto a capo del clan Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia è stato condannato a 15 anni e 4 mesi, mentre Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona si becca 16 anni. Per Gregorio Giofrè, anche lui di San Gregorio d’Ippona, la pena ammonta a 13 anni e 4 mesi. Condannata invece a 4 anni e 6 mesi Carmela Cariello, impiegata del Tribunale di Vibo (sezione Previdenza e Lavoro).

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Giornalista
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