Spunta nuovamente il nome dell’ex sindaco di Vibo Valentia, Nicola D’Agostino, nel maxiprocesso Rinascita Scott. Nel corso dell’udienza odierna è stato il collaboratore di giustizia, Bartolomeo Arena, a tirarlo in ballo.

Rispondendo alle domande dell’avvocato Enzo Galeota, il collaboratore parlando della figura di Gianfranco Ferrante (fra i principali imputati) ha dichiarato: «Ferrante ha prestato soldi a D’Agostino il sindaco. Ciò me lo disse lo stesso Gianfranco Ferrante. Era ludopatico, aveva il vizio del gioco e una volta mi trovai dinanzi al Cin cin bar e Ferrante mi disse di andarmene da lì perché altrimenti Nicola D’Agostino non si sarebbe avvicinato in mia presenza. Io me ne andai e vidi così D’Agostino andare al piano rialzato del Cin cin bar nell’area del self services per parlare con Ferrante. Non conosco – ha aggiunto Arena – il tasso di interesse praticato da Ferrante per il prestito a D’Agostino». Nicola D’Agostino, sindaco di Vibo Valentia dal 2010 al 2015 con il centrodestra, non risulta fra gli indagati dell’operazione Rinascita Scott.

Bartolomeo Arena ha quindi spiegato che Gianfranco Ferrante negli anni duemila era «socio con Emanuele Baldo e Diego Bulzomì in una speculazione edilizia. Si trattava della costruzione di un immobile – ha dichiarato il collaboratore – e in uno di questi appartamenti è andato poi ad abitare pure un poliziotto della Questura di Vibo. Ferrante aveva rapporti con Luigi Mancuso e Mancuso gli dava soldi per investirli. Mi parlò di questa cosa Antonio Macrì e mi sottolineò che Ferrante e Diego Bulzomì erano soci».