Il gup del tribunale di Cosenza ha assolto l’ex sindaco Mario Occhiuto dall’accusa di aver lucrato sui rimborsi comunali. La procura di Cosenza aveva chiesto 3 anni e 6 mesi di carcere, ma in abbreviato il castello accusatorio è crollato davanti alla minuziosa ricostruzione difensiva esposta dall’avvocato Nicola Carratelli, difensore dell’architetto di Cosenza. Rinviato a giudizio invece Giuseppe Cirò, ex braccio destro di Occhiuto.

Inoltre, il gup Claudia Pingitore ha disposto il non luogo a procedere per Bruno Palermo e ha ordinato il processo per Ada Federico.

La sentenza odierna chiude, almeno per il momento, uno dei capitoli politici-giudiziari più intricati della città di Cosenza. All’epoca fece scalpore la decisione di Occhiuto di privarsi di Cirò e di andare in procura a denunciare fatti ben precisi. Una querelle, quella tra l’ex sindaco e l’ex capo dello staff segreteria di Palazzo dei Bruzi, che era andata avanti anche in altri procedimenti penali, come nel caso del soppalco del Mc Donald’s, nato dalle dichiarazioni di Cirò e poi archiviato dalla procura di Cosenza.

Per non parlare della riunione a casa di Nicola Morra, dove all’insaputa dei presenti, vennero registrate le dichiarazioni dei partecipanti, tra cui Cirò, e successivamente quei file audio finirono sul tavolo degli inquirenti cosentini. Infine, l’ultimo duello con le rispettive denunce per calunnia. Oggi il primo epilogo che sorride pienamente a Mario Occhiuto.

LEGGI ANCHE: Rimborsopoli a Cosenza: la procura chiede il processo per l’ex sindaco Mario Occhiuto
Rimborsopoli a Cosenza, l’ex collaboratore di Occhiuto lo denuncia: «Mi ha calunniato»