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È iniziato ieri a Reggio il processo alla classe politica calabrese: quello per il caso Rimborsopoli alla regione Calabria, scaturito dall'operazione Erga Omnes con la quale la procura di Reggio ha scoperchiato il presunto sistema di ruberie commesse gonfiando i rimborsi dei gruppi consiliari.
Sul banco degli imputati due dei personaggi che hanno segnato la storia politica della regione negli ultimi 10 anni: Luigi Fedele, ex assessore eletto nel Pdl, e l'ex comunista in forze ai democratici Nino De Gaetano. Ma a fare rumore è il caso riguardante un altro dei politici coinvolti nell'operazione: il senatore di Ncd Giovanni Bilardi. A dicembre la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la richiesta del Gip di custodia cautelare anche se l'inquilino di Palazzo Madama non era mai stato soggetto all'esame dei suoi colleghi: nonostante il parere positivo della giunta per le autorizzazioni, il voto sul suo arresto non è mai arrivato.
Adesso l'attenzione si sposta sul Tribunale della libertà di Reggio che appare vincolato dalla sentenza di piazza Cavour. Bilardi, insomma, affronterà il processo da uomo libero e da Senatore. Una circostanza che non lascia indifferente il Tdl di Reggio, polemico nei confronti della Suprema Corte nelle motivazioni che decretano l'annullamento della custodia cautelare per il politico.