«È tutta l'area intorno alle aziende sequestrate, che coincide anche con quella nei pressi del termovalorizzatore dei rifiuti, che va sottoposta ad analisi e bonifica». È per allargare il cerchio delle verifiche il senatore pentastellato Fabio Auddino, all'indomani dell'esito preoccupante a cui è giunta la Dda di Reggio Calabria con l'operazione "mala pigna".

Il parlamentare di Polistena parla a ragion veduta e con dati scientifici alla mano. «Nel 2016 - sostiene - come meetup cittadino andammo su quei terreni di contrada Cicerna per affettuare delle analisi che ci diedero risultati sconvolgenti. Si trattava di un fondo vicino a quello dove i carabinieri forestali ora hanno trovato rifiuti interrati, e tramite un laboratorio privato fummo in grado di verificare come la presenza di nichel fosse almeno 4 volte superiore alla soglia di guardia stabilito dalla legge».

Non una denuncia tardiva, quindi, ma oggi la delusione è tanta. «Avevamo sperato che la nostra azione locale - prosegue - nell'ambito di una iniziativa regionale, concertata con l'europarlamentare Laura Ferrara, servisse ad attivare l'Arpacal, che noi abbiamo sollecitato, e invece nulla di nulla: non è stata neanche transennata l'area dove le nostre analisi avevano documentato nichel e cobalto fuori dalla norma». Nessuna iniziativa, quindi, ma Auddino spera che oggi - «grazie alla meritoria azione degli inquirenti»- qualcosa si muova. «Mi farò io stesso promotore - conclude il senatore - di una interlocuzione con l'Arpacal e con li stesso presidente Occhiuto. Serve una immediata bonifica e la certezza che l'inquinanento non si sia propagato ad altri terreni».