Il sindaco nonchè presidente dell'Ato della zona accusa il dipartimento Ambiente di aver autorizzato le altre province allo scarico di scarti nella discarica lametina. E convoca a raccolta gli ottanta sindaci del Catanzarese
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«Alla discarica di Lamezia Terme ci saranno ottanta sindaci che non faranno passare uno spillo». Sfida la Regione il presidente dell'ambito territoriale ottimale di Catanzaro, Sergio Abramo, che annuncia rivolte già nella giornata di domani se il dipartimento Ambiente non ritirerà il dispositivo che autorizza le altre province a scaricare riufiuti nella discarica di Lamezia Terme.
Occupazione dell'impianto
«Ora basta! Se il dipartimento Ambiente della Regione Calabria non revoca entro questa sera il dispositivo con cui autorizza le altre province calabresi a conferire i rifiuti nella discarica di Lamezia Terme - spiega il primo cittadino di Catanzaro - domani, io e gli altri sindaci dell’Ato di Catanzaro, occuperemo l’impianto per impedire l’ennesimo smacco nei confronti dell’unico Ambito territoriale che ha fatto le cose a dovere per rendersi autonomo ed efficiente. Se facessimo passare senza dir nulla questo dispositivo gli altri territori conferirebbero senza problemi facendo passare in coda chi ha la gestione dell’impianto, cioè l’Ato di Catanzaro: è chiaro che si tratta di un provvedimento inaccettabile.
Sgambetti
«Ho informato della volontà di occupare la discarica, riportando quanto condiviso dall’Ato di Catanzaro, sia l’assessore Sergio De Caprio che i vertici del dipartimento regionale: questo atteggiamento, che oltretutto va in direzione opposta a tutti gli incontri sul tema svolti alla Cittadella, deve finire subito. Non è più possibile assistere a uno stillicidio di tentativi mirati a penalizzare l’unico territorio calabrese autosufficiente in materia di rifiuti. Non è più possibile cercare di evitare gli sgambetti che il dipartimento regionale all’Ambiente cerca di farci per consentire ad altri territori di non pensare ai propri ritardi.
Ato virtuosa
«La realtà dei fatti è una sola: se si esclude l’Ato di Catanzaro, gli altri Ambiti territoriali ottimali della Calabria sono rimasti fermi alla presentazione del Piano regionale rifiuti, cioè quel piano che in 18 mesi avrebbe dovuto risolvere ogni problema ma che, 6 mesi dopo la sua approvazione, è ancora lettera morta. Bisogna anche ricordare che quei territori non hanno mai individuato i siti per la realizzazione dei propri impianti, ma nemmeno la Regione, che li ha commissariati, ha fatto qualcosa di concreto. Inutile dire che gli altri Ato non si avvicinano neanche al percorso virtuoso, di autonomia gestionale, che è ormai una realtà concreta del solo Ato di Catanzaro.
Sfida alla Regione
«Però se qualcuno non fa ciò che deve non è che l’unico a riuscirci debba sopperire alle mancanze altrui. Mi aspetto che la Regione ritiri immediatamente il dispositivo. Altrimenti può già cominciare a scegliere, per domani, un sito extra-calabrese dove inviare i rifiuti prodotti dagli altri Ato: alla discarica di Lamezia ci saranno 80 sindaci che non faranno passare uno spillo».