La denuncia del sindacato: lavoratori cacciati per aver difeso il loro diritto alla sicurezza. Lo scorso febbraio avevano incrociato le braccia per 10 giorni. «Pratiche scorrette, la società revochi il provvedimento o sarà lotta a oltranza»
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«Licenziati in tronco per aver difeso il sacrosanto diritto alla propria sicurezza e a svolgere un lavoro di qualità. È questa la storia dei lavoratori dipendenti della Locride Ambiente Spa del cantiere di Rosarno. Lavoratori che a febbraio 2020 si sono rifiutati di effettuare il servizio di raccolta rifiuti urbani e spazzamento, fermandosi per circa 10 giorni e comunicando all’azienda che non avrebbero ripreso le attività lavorative se gli annosi problemi legati alla sicurezza sul lavoro non fossero stati risolti». 7
È quanto si legge in una nota firmata da Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams Cgil Calabria, e da Patrizia Giannotta, segretaria generale Fp Cgil Piana di Gioia Tauro.
«Un episodio, tra l’altro – proseguono –, di dominio pubblico poiché la stampa locale si interessò della vicenda. Un licenziamento che arriva a distanza di 5 mesi dai fatti, con modalità becere e discutibili dal punto di vista morale e professionale, oltre che nel rispetto delle elementari norme che regolano il lavoro e i contratti. I lavoratori infatti, hanno ricevuto senza alcun preavviso, una formale raccomandata datata 29 giugno 2020, continuando quindi a svolgere il servizio fino alla giornata del 7 Luglio 2020. Locride Ambiente spa ha scorrettamente utilizzato una modalità di licenziamento individuale per operare un licenziamento collettivo che, com’è noto in questo periodo non è applicabile».
Il coordinamento Isa-Filcams-Fp Cgil della Piana di Gioia Tauro chiede dunque a Locride Ambiente «l’immediata revoca dei licenziamenti e la conseguente reintegra delle maestranze sul Cantiere di Rosarno. In assenza di risposte tempestive, non escludiamo azione di lotta forti, determinate e ad oltranza».