La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza d'Appello. Rigettato il ricorso del boss Matteo Alampi mentre tornano davanti ai giudici di secondo grado altre due imputate
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È definitiva l'assoluzione dell'avvocato Giuseppe Putortì e dell'amministratore giudiziario Rosario Spinella coinvolti nell'inchiesta "Rifiuti 2" contro la cosca Alampi di Reggio Calabria. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria che, nel giugno 2018, ha assolto Putortì dall'accusa di associazione mafiosa e Spinella da quella di concorso esterno con la 'ndrangheta.
Contro la loro assoluzione la Dda aveva presentato ricorso che è stato rigettato dalla Suprema Corte. Gli ermellini, invece, hanno accolto il ricorso formulato dall'altro avvocato coinvolto nell'inchiesta, Giulia Dieni, e dai legali dell'imputata Carmela Alampi. In secondo grado, Dieni e Alampi erano state condannate a 4 anni e 8 mesi di reclusione ma quella sentenza è stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Per entrambe ci sarà, quindi, un altro processo davanti a una nuova Corte d'Appello. È stato rigettato, infine, il ricorso del boss Matteo Alampi. Per lui diventa definitiva la condanna a 14 anni di carcere in continuazione con altre pene che gli erano state inflitte in altri procedimenti penali.
Il processo "Rifiuti 2" è nato da un'inchiesta del Ros, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore degli appalti ecologici. Secondo la tesi degli inquirenti, la cosca Alampi riusciva a controllare anche le imprese che erano state sequestrate.