La sentenza della Corte d'Appello di Reggio Calabria ribalta in parte quella di primo grado. Innocenti il legale e il professionista condannati a 8 anni dal gup. Pena ridotta per l'avvocato Dieni. Assolte Barreca e Cutrupi
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È una sentenza che rovescia, anche se solo in parte, quanto deciso dal giudice di primo grado. Poche ore fa, infatti, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, presieduta da Angelina Bandiera, ha emesso la sentenza di secondo grado del processo “Rifiuti 2” con due assoluzioni che spiccano più di tutte: quella dell’avvocato Giuseppe Putortì e quella dell’amministratore giudiziario Rosario Spinella che, in primo grado, avevano rimediato una condanna a otto anni di reclusione ciascuno. Viene confermata, invece, la responsabilità penale dell’avvocato Giulia Dieni, che passa però da 8 anni di prigione a 4 anni e 8 mesi. Spiccano poi le assoluzioni di Carmela Barreca e Laura Cutrupi. Per quanto concerne il boss Matteo Alampi, invece, è stata disposta una condanna a 14 anni di reclusione, in continuazione con precedente giudicato del 7 febbraio 2010 (in primo grado 17 anni, 2 mesi e 15 giorni). Ridotta considerevolmente anche la pena per Lauro Mamone, amministratore dell’impresa degli Alampi e vecchia conoscenza della Multiservizi, che rimedia 6 anni e 4 mesi di carcere a fronte degli 11 anni e 15 giorni ottenuti in primo grado.
Non fu il postino del clan
Per lui l’accusa era piuttosto pesante: essere stato il postino della cosca Alampi, operante a Trunca, frazione di Reggio Calabria. Ma Giuseppe Putortì oggi esce completamente pulito dalle contestazioni mosse. Nella sentenza di primo grado, scriveva il gup Scortecci: «Fungere da postino e messaggero della cosca, recapitando missive e messaggi del capocosca o di altri sodali detenuti, su questioni di vitale importanza per l’associazione, sfruttando la facilità e la riservatezza dei colloqui difensivi, non è legittimo esercizio della professione forense. Essere stabile elemento di collegamento tra associati in libertà e detenuti, con particolare riferimento al capocosca, oppure tra intranei ed estranei contigui, in nessun caso è legittimo esercizio della professione forense. Consigliare la cosca per ottenere indebitamente il dissequestro di un’area e di mezzi (…) non è legittimo esercizio della professione forense». Considerazioni che la difesa di Putortì è riuscita a sembrare pezzo per pezzo nel giudizio d’Appello, tanto da far assolvere il legale con formula ampia.
L’amministrazione non compiacente
Anche per Rosario Spinella la situazione cambia radicalmente dal primo al secondo grado. Per il gup Scortecci non vi potevano «essere dubbi sulla colpevolezza dello Spinella in ordine al reato di concorso esterno» tanto da affermare che «senza Spinelli gli Alampi non avrebbero continuato ad ingerirsi indebitamente nelle aziende». I giudici d’Appello, invece, hanno ritenuto che le cose stessero in modo nettamente diverso e lo hanno assolto da ogni accusa.
Giulia Dieni condannata
Di fatto rimane l’unica professionista di peso ad essere condannata anche in Appello per associazione mafiosa, seppur con una considerevole riduzione di pena: Giulia Dieni, noto legale reggino, infatti, viene condannata a 4 anni e 8 mesi di reclusione. In primo grado, il gup scriva che l’avvocato Dieni «era indicata dal capocosca Matteo Alampi ai reggenti in stato di libertà (come il capostipite Giovanni Alampi ed il fratello Valentino Alampi) come una pedina essenziale nella strategia di sopravvivenza e rilancio della cosca a seguito dell’operazione “Rifiuti 1”, in quanto ella, in caso di necessità, avrebbe rappresentato l’anello di congiunzione tra il capocosca e l’ingegnere Mamone, sfruttando la facilità e la riservatezza dei colloqui difensivi». Per Scortecci, Dieni era «l’interfaccia professionale di Matteo Alampi anche rispetto allo storico commercialista degli Alampi, Michele Leone, e, più in generale, si occupava stabilmente sulla base del titolo e delle competenze di avvocato, degli affari in corso della cosca in elusione del sequestro vigente nel processo “Rifiuti 1” o comunque di ulteriori possibili provvedimenti reali, per lo più nel settore immobiliare, ma anche in altri campi, come nella rivendita imprenditoriale di autovetture».
La decisioni della Corte
Carmela Alampi 4 anni e 8 mesi
Giovanni Alampi deceduto
Matteo Alampi 14 anni (continuazione)
Domenico Alati 5 anni, 9 mesi, 10 giorni
Carmela Barreca assolta
Laura Cutrupi assolta
Giulia Dieni 4 anni e 8 mesi
Lauro Mamone 6 anni e 4 mesi
Matteo Palumbo 4 anni e 8 mesi
Giuseppe Putortì assolto
Antonio Quattrone 5 anni e 4 mesi
Maria G. Siclari 4 anni e 8 mesi
Paolo Siclari 4 anni e 8 mesi
Rosario Spinella assolto