Per le sigle sindacali l’unica opzione resta il rientro «in presenza del 50% della popolazione scolastica, con un unico turno di entrata e di uscita»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
I rientri in classe al 50% e più nel dettaglio la riorganizzazione degli orari su turni così come predisposto dal governo, non convincono le sigle sindacali calabresi. In un documento a firma della Flc Cgil (Domenico Denaro), Fsur Cisl scuola (Arcangelo Carbone), Uil scuola (Paolo Pizzo), Snals Confsal (Aldo Romagnino), Anp (Giuseppe Gelardi) e DisConf (Francesco Talarico), fanno presente: «Nel superiore interesse degli studenti, già ampiamente penalizzati dalla situazione critica verificatasi nell’ anno scolastico 2020/2021, nonché dalla pregressa interruzione delle attività didattiche in presenza avutasi per la gran parte dell’anno scolastico scorso, riteniamo, non applicabile la ventilata flessibilità oraria che prevede una (Prov. Di Vibo Valentia) /due (altre Provincie) ore di distanza tra il primo e il secondo ingresso di studenti a scuola in quanto si possono facilmente prevedere una serie di criticità difficilmente affrontabili».
In primo luogo si valuta l'orario giornaliero di lezione di 6 ore. «Soprattutto nei tecnici e nei professionali, ma talora anche nei licei - affermano nel documento - l’orario delle lezioni prevede le 6 ore (ovviamente si parla di lezioni curricolari con esclusione di Pcto, corsi di recupero, progetti), con attività di esecuzione e di interpretazione pomeridiane per i Licei Musicali e Coreutici previsti dagli Ordinamenti, di conseguenza gli studenti del secondo turno entrando a scuola alle 9:00/10:00 dovrebbero inevitabilmente uscire alle 15.00/16.00 e 18:30 per gli altri casi, senza che ne venga garantito il rientro. La maggior parte delle scuole – si legge - non è fornita di locali da adibire a mensa, perciò si deve accettare che studenti e insegnanti non pranzino, in quanto il consumo di cibo nelle aule non è autorizzato e comporterebbe interventi di pulizia e sanificazione oggettivamente impraticabili».
La mensa
«Non è previsto, per le scuole in oggetto, un tempo mensa. Gli studenti – si evidenzia - non possono e non debbono pagare prezzi troppo alti: le condizioni di permanenza a scuola sono già complicatissime fra distanziamenti, mascherine, turni per l'utilizzo dei servizi igienici e permanenza continua al banco. Risulterebbe molto difficile aggiungere a questo l'impossibilità di consumare un pasto in condizioni per lo meno accettabili e rientro a casa ad ore preserali senza possibilità di dedicarsi seriamente allo studio».
Un docente per più plessi
«Molti docenti prestano servizio su più scuole (spesso anche lontane tra loro) e il loro orario è organizzato tenendo conto delle esigenze delle diverse scuole, sarebbe impossibile gestire un orario che tenga conto della flessibilità di una/due ore che ogni singola scuola dovesse prevedere. La proposta di un ingresso diversificato in due turni – si specifica - comporta anche la rivisitazione dell’orario dei docenti - opera estremamente complessa e pressoché impossibile in molti casi - dato il gran numero di esigenze e di vincoli da rispettare. Nella maggior parte degli Istituti, sono presenti docenti che, nella migliore delle ipotesi operano su più plessi e, nella peggiore, su più istituti, talora dislocati su territori comunali differenti».
La scuola serale
A ciò si aggiunge che «gli Istituti tecnici e professionali hanno sezioni serali per i lavoratori, che inizierebbero le lezioni in concomitanza con l’uscita del secondo turno degli studenti del diurno: in questo caso sarebbe impossibile gestire l’uscita dei corsi in contemporanea all’ingresso di quelli del serale; inoltre, in questa ipotesi, la sanificazione dei locali scolastici delle aule, dei bagni e delle aree comuni oltre ad effettuare la vigilanza ed essere di supporto alle necessità degli alunni disabili, fra un turno e l’altro, sarebbe praticamente impossibile».
Il personale Ata
«Il personale Ata – si specifica - sarebbe insufficiente per la gestione di orario così dilatato, sia per quanto riguarda gli assistenti tecnici (indispensabili al funzionamento dei laboratori), sia per quanto riguarda i collaboratori scolastici che devono garantire la pulizia e la sanificazione delle aule, dei bagni e delle aree comuni oltre ad effettuare la vigilanza ed essere di supporto alle necessità degli alunni disabili». Infine «Tutte le attività di recupero e potenziamento previste nel pomeriggio verrebbero conseguentemente ridotte, o peggio annullate, con grave danno per gli allievi ed un complessivo impoverimento dell’offerta formativa».
Le organizzazioni sindacali ritengono dunque non accettabile «riversare sulle scuole responsabilità e compiti che non sono proprie, e che, ovviamente, competono ad altri (es.: monitoraggio e piano trasporti all’Assessorato Regione Calabria), mentre, d’altro canto, si assiste ad un tentativo di limitare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche, nello specifico “l’autonomia organizzativa” sancita dal D.P.R. 275/99».
Le proposte dei sindacati
Pertanto «La riorganizzazione del tempo scuola come ventilata non appare un’opzione praticabile, mentre lo sarebbe aumentare, a parità di orario, le corse indirizzate ai pendolari, anche con il ricorso alle ditte private e/o del settore turistico e, ove possibile, con bus riservati agli studenti». In conclusione, si ritiene che l’unica soluzione resta il rientro «in presenza del 50% della popolazione scolastica, con un unico turno di entrata e di uscita (o con due turni intervallati da 10/15 minuti)». Le scuole sono perfettamente in grado, nella loro autonomia, «di garantire pari condizioni a tutti con il ricorso alla rotazione delle classi in presenza».
I sindacati infine auspicano l’adozione dei seguenti provvedimenti:
- potenziamento del sistema dei controlli sanitari, dei dispositivi di sicurezza, del tracciamento dei contagi mediante l’utilizzo di tamponi rapidi e di una corsia preferenziale per tutte le componenti scolastiche;
- priorità anche per il personale scolastico nella campagna vaccinale;
- potenziamento dei servizi e dei trasporti, coordinato a livello territoriale con l’orario di funzionamento delle scuole, nel rispetto delle decisioni delle autonomie scolastiche.