Tracciamento saltato, scuole chiuse ad effetto domino, impennata dei contagi, assembramenti sugli scuolabus. Sono tante le ragioni che hanno indotto una delegazione di genitori di Lamezia Terme ad incontrare la commissione prefettizia per chiedere la libera scelta: diritto allo studio sia per gli studenti i cui i genitori siano favorevoli alla didattica in presenza che per quelli che, invece, preferiscono la dad.

Se il governo ha stabilito il rientro in aula per le scuole elementari e medie il sette gennaio e se il presidente f.f. Spirlì è in queste ore all’opera nella Cittadella per redigere un’ordinanza regionale sull’argomento, i genitori lametini rimangono preoccupati a causa dei mesi trascorsi in cui spesso si è navigato a vista.

Ecco perché hanno esposto al sub commissario Antonio Calenda tutte le criticità del territorio, le falle del sistema e le latitanze, chiedendo che se ne facesse ambasciatore con il prefetto e ripensi o intervenga sulla situazione delle scuole lametine. Presenti all’incontro anche il segretario generale Pasquale Pupo e Lucia Molinaro, dell’ufficio Pubblica Istruzione.

Nel frattempo alcune scuole, alla spicciolata, hanno comunicato il posticipo della riapertura al 11 gennaio. Rimangono criticità strutturali importanti, dal 28 dicembre il laboratorio di Microbiologia del Giovanni paolo II non ha nessuno che processi i tamponi, le richieste di test molecolare a conferma dell’antigenico non vengono evase.

Lo stesso commissario è intervenuto con il Prefetto per segnalare i ritardi di comunicazione del’Asp con il Comune e con le scuole. Ci sono stati casi di positività segnalati affinché l’amministrazione si adoperasse per le quarantene arrivati quando il periodo di isolamento che si sarebbe dovuto imporre era già trascorso.

E poi, ancora, pec Asp piene e che rimandano al mittente segnalazioni, documenti e così via. Il sub commissario Calenda ha ascoltato attentamente quanto gli è stato posto e ringraziato per il clima di confronto e non di polemica, assicurando che si farà portavoce di quanto audito nel tavolo di coordinamento provinciale.