«Non ho ancora deciso dove andare. Devo ancora trovare una casa in cui sistemarmi, ma ci sono amici che mi sono vicini in questo momento critico e che mi stanno assistendo». Lo dice Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace, contattato dall'Ansa, che ha lasciato stamattina il centro della Locride osservando il divieto di dimora impostogli dal Tribunale del riesame. «Sto vivendo, comunque, una condizione di precarietà. Ho in macchina i miei effetti personali e alcuni libri. Se avrò bisogno di altre cose me le farò portare da mia figlia».


«Mi ha rammaricato molto essere stato costretto a lasciare Riace – ha continuato -, un paese a cui ho dato l'anima e che ho contribuito a risollevare dallo spopolamento e dall'abbandono ospitando i migranti. Penso che la mia azione - ha aggiunto Lucano - sia stata utile anche per la Calabria, dimostrando a tutti che non è soltanto terra di 'ndrangheta e di fatti negativi. E questo per me è un motivo di orgoglio».


Il sindaco si è poi detto «contento per il fatto che il mio sia diventato un caso nazionale e che se ne parli ormai dappertutto. Spero che questo sia utile per il riscatto di Riace. Spero – ha proseguito - che nei prossimi giorni mi venga tolto il divieto di dimora a Riace, in modo da consentirmi di tornare a casa. Io rispetto il lavoro di tutti, anche della magistratura e sono fiducioso nel futuro. Credo anche che la verità, considerata pure la decisione dei giudici di revocare il mio arresto, stia emergendo piano piano. Per questo spero che tutto si risolva presto», ha concluso.

 

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