Sapeva che quella lettera avrebbe innescato polemiche a raffica. Tuttavia Giuseppe Gervasi, il numero 2 di Mimmo Lucano al Comune di Riace, dopo una serie di segnalazioni da parte delle forze dell’ordine ha rotto gli indugi, chiedendo ufficialmente al Viminale di accelerare la chiusura degli Sprar nel paese dell’accoglienza per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza. «È facile parlare di accoglienza seduti dietro ad una cattedra – ha raccontato a LaCNews24 - ben diverso è avere a che fare con persone che sono esasperate, che non hanno i soldi per comprare i libri, che hanno perso il lavoro e che devono andare via». Troppi, dunque gli episodi di violenza dei migranti nei confronti dei cittadini e degli operatori. «Due carabinieri – prosegue Gervasi - mi hanno raccontato una serie di problemi in una situazione delicata. Se accade qualcosa in questo momento rispondo io».

 

Una decisione che appare in netta discontinuità con la linea politica adottata nell’ultimo decennio da Mimmo Lucano, il sindaco sospeso dalla Prefettura in seguito all’indagine della Procura di Locri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Se ho sentito Lucano? L’ho chiamato e ho spiegato a Mimmo perché ho fatto questo. Mi ha risposto «È naturale, sono cose che accadono» – ha precisato il “nuovo” sindaco di Riace - Non era una telefonata con cui chiedevo come dovevo fare, ma per chiarire che i miei principi non devono essere scalfiti. Sono per l’accoglienza – ha chiosato - mi auguro che qualcuno rimanga a Riace».

Intanto sul modello Riace voluto da Mimmo Lucano e famoso in tutto il mondo scorrono i titoli di coda. Dal Ministero è arrivata la lettera che notifica al Comune e alle associazioni che gestiscono il progetto Sprar di spostare 76 immigrati. Chi non accetterà dovrà comunque lasciare le abitazioni Riace.