Il Tribunale del Riesame di Catanzaro sancisce l’insussistenza della cosca Mezzatesta.
Il provvedimento di scarcerazione per assenza di gravità indiziaria, che riguarda le posizioni di Domenico Mezzatesta e del figlio Giovanni, ai quali la Procura distrettuale contesta il ruolo di vertice nel presunto e omonimo clan, ha ribaltato la precedente Ordinanza con cui lo stesso Tribunale aveva confermato per entrambi la custodia cautelare in carcere disposta dal Gip presso la Dda di Catanzaro. Lo afferma una nota dei legali degli imputati.
La rivalutazione delle due posizioni si era resa necessaria a seguito della sentenza con cui la Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi proposti dai difensori Avvocati Francesco Lojacono e Antonio Gigliotti, aveva disposto l’annullamento della originaria ordinanza emessa dal Tribunale.


La decisione ora assunta in sede di rinvio, che ha accolto le censure illustrate dai difensori in udienza, di fatto conclama, allo stato, l’insussistenza della presunta cosca Mezzatesta, dal momento che nei confronti di tutti gli altri presunti affiliati, già lo stesso Gip non aveva accolto la richiesta di misura cautelare per carenza della gravità indiziaria.
L’indagine, denominata “Operazione Reventinum”, dal nome dell’area montana del Lametino dove gli indagati si sarebbero contesi appalti ed estorsioni, aveva portato nel gennaio scorso all’emissione di 12 provvedimenti restrittivi nei confronti dei componenti delle contrapposte familgie dei Mezzatesta e degli Scalise.


Secondo la tesi accusatoria, oggi da rivalutare alla luce dei provvedimenti emessi dalla Corte di Cassazione e dal Tribunale del Riesame, i due gruppi sarebbero nati dalla scissione del “Gruppo storico della montagna”, a seguito dell’attentato subito da Pino Scalise nel 2001, cui ha fatto seguito una lunga scia di sangue iniziata nel gennaio del 2013 con il duplice omicidio, commesso in Decollatura, di Iannazzo Francesco e Vescio Giovanni (per il quale sono stati condannati in via definitiva Mezzatesta Domenico e Giovanni), proseguita con gli omicidi di Scalise Daniele e di Aiello Luigi, e da ultimo, con gli omicidi dell’Avvocato Francesco Pagliuso e di Mezzatesta Gregorio.

 

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