VIDEO | La Cgil Medici difende la categoria e l’azienda e afferma che sono stati rispettati tutti i protocolli, mentre per il parlamentare pentastellato D’Ippolito le lacune sarebbero tante e il personale sarebbe stato impiegato in più settori
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È diventato un caso il reparto Covid di Lamezia Terme. Dopo avere bloccato i ricoveri, ora gli ultimi degenti sono stati trasferiti a Catanzaro. Un reparto messo su in poco tempo quello del Giovanni Paolo II e durato poco più di un mese.
I contagi elevati tra gli infermieri, le denunce dei pazienti su presunti episodi di scarsa pulizia e mancate cure, le accuse di protocolli non rispettati, hanno creato un polverone. Di mezzo anche la scarsa formazione del personale infermieristico che sarebbe stato dirottato di punto in bianco nel reparto Covid dopo solo tre ore di formazione relative alla vestizione e svestizione delle tute protettive.
La Cgil che si era detta contraria all’apertura ora però difende l’operato del reparto e spiega il perché dei suoi dubbi sin dall’inizio. «Mi risulta che tutte le procedure siano state rispettate – spiega alla nostra testata Ivan Potente, Cgil Medici – sono stati creati percorsi, spazi “sporco –pulito”, sono stati rispettati i protocolli e create le situazioni ottimali perché il reparto potesse essere gestito. L’azienda si è attivato per arruolare medici, ma non c’è il numero di professionisti adeguato a soddisfare il bisogno».
Troppi pochi medici insomma per il sindacato. Una carenza da sempre nota e che per questo aveva fatto storcere il naso al sindacato sin dalle fasi embrionali del progetto di apertura del reparto. Duro, invece , l’affondo del deputato pentastellato Pino D’Ippolito che avrebbe anche ricevuto intimidazioni e inviti ad abbandonare la questione dopo avere sollevato diversi dubbi.
In particolare, il cinquestelle ha puntato il dito contro l’uso di personale impiegato anche in altri reparti. Per D’Ippolito vanno accertate le motivazioni alla base dei massicci contagi che hanno condotto poi al blocco delle attività. Motivazioni che potrebbero essere diverse.