C’è una nuova scuola pronta ad accogliere il piccolo Francesco, il nome è di fantasia, suo malgrado protagonista delle cronache degli ultimi giorni. Il bambino di otto anni continuerà a frequentare la terza elementare ma in un altro Istituto comprensivo, ubicato sempre nel comune di Rende, teatro dello spiacevole episodio raccontato da LaC News24 e successivamente rimbalzato sulle testate nazionali.

Altre presunte anomalie

Come si ricorderà Francesco, per circostanze che sono adesso al vaglio dell’Ufficio scolastico regionale, mercoledì scorso 22 novembre si era ritrovato da solo in aula poiché tutti i compagni si erano assentati. L’ammutinamento, secondo la ricostruzione della mamma, sarebbe da ricondurre alla manifestazione di un plateale dissenso dei genitori degli altri alunni della classe rispetto al trasferimento del piccolo in quella sezione, considerato elemento disturbatore a causa della sua iperattività. Di questo, e dell’eventuale coinvolgimento di un docente, sentito a sommarie informazioni anche dalla Questura di Cosenza, si occuperanno gli ispettori ministeriali che questa mattina, 28 novembre, si sono presentati alla porta dell’istituto incriminato. Gli ispettori avrebbero chiesto conto anche di altre presunte anomalie emerse nelle ultime ore: all’interno di questa scuola infatti vi sarebbe una classe interamente o quasi interamente composta da bambini di sesso maschile ed un’altra frequentata esclusivamente da alunni di nazionalità non italiana.

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Inviti e solidarietà

Intanto una scuola di danza di San Lucido, sulla costa tirrenica cosentina, ha invitato Francesco ad una festa organizzata «nella sala da ballo che durante le festività viene riallestita per essere trasformata nella casa di Babbo Natale. Ti aspettiamo per trascorrere un pomeriggio insieme». Il presidente dell’Asd Europa Christian Dodaro di Rende ha invitato Francesco a svolgere attività sportive nel palazzetto di Rende mentre sulla questione si registra l’intervento di Emilia Amodio, presidentessa dell’associazione Arborescienza, impegnata nel supporto alle famiglie di bambini gifted e plusdotati: «La nostra sede legale è a Montalto Uffugo ma operiamo su tutto il territorio italiano con assistenza a più di 250 famiglie dal Nord al Sud. Abbiamo letto con rammarico ciò che è accaduto al piccolo Francesco – si legge in una nota - e credo che tale comportamento vada contro ogni tipo di educazione pedagogica. Purtroppo vi è difficoltà da parte dei docenti di comprendere i bisogni e le esigenze emotive e cognitive dei bambini gifted, questo per mancanza di conoscenza e di apertura verso questo tipo di neurodiversità. Attraverso la nostra No profit siamo disposti a supportare la famiglia e anche a poter spiegare e definire alla scuola di riferimento cosa significa essere gifted e come poter supportare un bambino gifted in classe. E al contempo anche a seguire e supportare i docenti in un percorso di tutoraggio con l’obiettivo della conoscenza reale del bambino, considerandolo come risorsa e non come un problema da debellare».