La misura interdittiva non è esecutiva in quanto bisognerà attendere il verdetto finale della Cassazione
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Marcello Manna, sindaco di Rende e avvocato penalista, nonché componente nazionale della Giunta delle Camere Penali italiane, non potrà esercitare la professione forense per la durata di 12 mesi.
Lo ha deciso il Riesame di Salerno, in merito alla richiesta di arresto avanzata nei mesi scorsi dalla Dda, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli.
Manna è accusato di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’ex magistrato Marco Petrini, in relazione alla vicenda giudiziaria dell’assoluzione di Francesco Patitucci per l’omicidio di Bruni.
Tuttavia, il reggente del clan Lanzino è stato assolto in via definitiva dalla Cassazione. La misura interdittiva non è esecutiva, in quanto bisognerà attendere il verdetto finale degli ermellini.
La procura il 5 maggio scorso aveva chiesto l'arresto di Manna, ma il Gip, a settembre, aveva respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere. I magistrati campani hanno poi fatto ricorso al Tribunale del Riesame, il quale ha parzialmente accolto la richiesta dell’accusa. Manna, sempre secondo l'accusa, il 30 maggio del 2019 avrebbe consegnato al giudice Petrini la somma di 5mila euro in contanti.
In cambio Petrini avrebbe emesso una sentenza di assoluzione nei confronti di Francesco Patitucci, difeso da Manna, già condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 30 anni di reclusione per concorso nell’omicidio di Luca Bruni, avvenuto a Castrolibero (Cs) nel 2012.
Manna avrebbe poi accettato anche la promessa, sollecitata dallo stesso Petrini, di aiutare un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie del giudice. Il regista ha poi ottenuto un contributo di 175mila euro a seguito della stipula di una convenzione con la Calabria Film Commission.