La Cassazione rimanda alla Corte d'Appello la quantificazione delle indennità da corrispondere agli ex proprietari
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Buone notizie per gli ex proprietari di quei terreni ubicati nella zona universitaria di Rende, espropriati nei primi anni del nuovo millennio per l'esigenza di allargare i confini perimetrali del Campus e costruire nuove residenze destinate ad ospitare gli studenti.
La quantificazione della indennità
In prima battuta l'Unical aveva calcolato l'indennità di esproprio per i titolari degli appezzamenti sulla base della loro destinazione agricola, indicata come tale negli strumenti urbanistici adottati nel tempo dal Comune, attribuendogli un valore di poco superiore ai sei euro al metro quadrato. I proprietari si erano allora rivolti alla giustizia impungando la quantificazione della indennità di esproprio e rivendicando invece un risarcimento più corposo, in ragione della natura edificatoria che i terreni espropriati avrebbero assunto, soccombendo però davanti la Corte d'Appello di Catanzaro.
Valore da rideterminare
Ma nel successivo grado di giudizio, la Cassazione, in seguito al ricorso depositato dall'avvocato del foro di Cosenza Carmelo Salerno, ha di fatto ribaltato la sentenza della Corte d'Appello, rinviando gli atti ai giudici di Catanzaro per rideterminare il valore dei terreni oggetto di esproprio e procedere alla relativa liquidazione. Gli ermellini hanno confermato la presenza sui terreni in questione di un vincolo di non edificabiilità, essendo inseriti in una zona urbanistica con destinazione scolastica, quindi con un tipico vincolo conformativo che consente l'esclusiva costruzione di immobili destinati a soddisfare il perseguimento di un fine istituzionale proprio dello Stato, ovvero quello di erogare servizi per l'istruzione e l'insegnamento.
Destinazioni intermedie
E però, nello stabilire l'indennizzo espropriativo, scrivono nella motivazione della sentenza i giudici della Cassazione, bisognava tenere conto dell'incremento di valore determinato dalla possibilità di destinare quei terreni a quelle utilizzazioni ulteriori e diverse da quelle agricole, intermedie tra le stesse e quelle edificatorie, come ad esempio parcheggi, depositi, attività ricreative e sportive, chioschi per la vendita di prodotti, tutte consentite nella zona dalla normativa vigente, sia pure in subordine alla concessione delle relative autorizzazioni amministrative, e conformi agli strumenti di pianificazione urbanistica comunale.
In attesa della rideterminazione
Adesso la palla è tornata alla Corte d'Appello di Catanzaro cui il giudizio è stato rinviato per rideterminare l'indennizzo che, secondo la parte attrice, sulla base delle indicazioni giunte dal palazzo di Piazza Cavour, potrebbe essere incrementato anche di dieci volte rispetto alla stima precedente.
Il giusto risarcimento
La vicenda è di particolare attualità in una fase in cui molto si discute sui preannunciati espropri da realizzarsi nei comuni di Montalto Uffugo, San Vincenzo La Costa, Paola e San Lucido, per consentire il raddoppio della galleria del Santomarco ed il passaggio della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Le risultanze di questo giudizio potranno fungere da bussola per corrispondere i giusti risarcimenti a chi dovrà abbandonare le proprie attività e le proprie case.