E’ proprio il caso di dire che in Calabria quando si tratta di concorsi può succedere di tutto. E purtroppo la letteratura ci consegna una vasta antologia nella storia del sud, sempre al confine tra la commedia napoletana e l’azione criminale. Il tutto racchiuso  in quella sacca di potere della Pubblica amministrazione nella quale il clientelismo l’ha sempre fatta da padrone e nella quale il merito, invece,  è semplicemente ascritto ad una categoria dell’anima o ad uso e costume della retorica politica tanto sterile quanto falsa e ipocrita. Il risultato è una burocrazia prevalentemente impreparata nel migliore dei casi, corrotta e sanguisuga nel peggiore. Torniamo all’oggi. Un'ennesima anomalia. Una "stranezza" che richiama alla mente quel vecchio detto andreottiano secondo cui a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Non può essere definita diversamente la vicenda del concorso per tre dirigenti pubblicato dalla Regione per l'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno.

Un vero e proprio pastrocchio che apre la strada al rischio di un enorme contenzioso giudiziario e che rischia di alimentare sospetti e polemiche. E' la storia di un "concorso-fantasma" aperto solo a pochi fortunati, i pochi che non si sono fatti "depistare" da un fuorviante avviso sul Burc della Regione Calabria.

Quello n. 39 dell'11 aprile scorso che preannunciava la pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale. Peccato che invece la Gazzetta ufficiale fosse già uscita, prima del Burc. Così centinaia di candidati, dotati dei requisiti, a cui faceva certamente gola la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato presso un ente di cui fa parte la Regione, hanno pazientemente e per mesi atteso la pubblicazione di tutti i numeri della Gazzetta per sapere quando presentare domanda. Salvo poi trovarsi con l'elenco dei candidati ammessi a sostenere la prova già pronto e calendarizzato. Apriti cielo. A molti è cascato il mondo addosso. Dalla speranza di raggiungere l'obiettivo di un prestigioso (e ben pagato) posto da dirigente amministrativo alla rabbia per esserselo visto sfuggire sotto il naso grazie a questa anomala situazione che, nella migliore delle situazioni, è da considerare "strana". Probabilmente frutto di una sciatteria e di una superficialità di chi ha ritardato la pubblicazione sul Burc addirittura a dopo l'avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Una "leggerezza", sussurra qualcuno, ma una "leggerezza" che rischia di costare carissima a chi non ha avuto la possibilità di partecipare e che, nei fatti, certamente agevola il percorso di chi è stato, per così dire, "fortunato" ad aver letto la Gazzetta Ufficiale prima del Burc, nonostante l'iter dovesse essere il contrario.

 

Insomma, proprio una brutta vicenda sulla quale il consigliere regionale Antonio Scalzo, presidente del gruppo "Moderati per la Calabria", ha presentato un'interrogazione al presidente della giunta Mario Oliverio. Scalzo chiede chiarimenti «in ordine al bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, volto alla copertura di due posti di dirigente amministrativo da assegnare all'area economica e di un posto di dirigente amministrativo da assegnare all'area amministrativa». Il capogruppo dei Moderati ricorda che l'11 aprile scorso «veniva pubblicato sul Burc n.39 della Regione Calabria il bando di concorso volto alla copertura di tre posti di dirigente amministrativo, precisandosi nello stesso che i termini per la partecipazione a tale selezione concorsuale sarebbero decorsi dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana». Ma  il bando di concorso era già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e  pertanto, gli interessati, pur provvedendo con diligenza a effettuare la continua disamina della Gazzetta Ufficiale non hanno mai visto la pubblicazione di tale concorso, apprendendo solo pochi giorni addietro, a seguito dell’accesso al sito istituzionale dell'Istituto, che erano stati convocati i partecipanti al concorso al fine di effettuare le prove concorsuali.  Il consigliere lametino chiede pertanto «che siano assunti tutti i rimedi che la legge consente per porre rimedio a tale anomala e iniqua situazione, con la riapertura dei termini di partecipazione alla selezione concorsuale e la sospensione le convocazioni dei partecipanti».