Il caso emerge dal nuovo Piano delle azioni positive approvato dalla Giunta Occhiuto. La maggior parte di manager e dipendenti è di sesso maschile. Un dato in linea con quanto succede in politica (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Parafrasando il titolo di una nota trasmissione tv, il caso si potrebbe sintetizzare così: Ciao femmina.
In Regione Calabria la disparità di genere continua a essere la regola. Gli ultimi dati ufficiali certificati dalla Cittadella dimostrano con la forza dei numeri che il gap di genere non riguarda soltanto la politica, ma anche la burocrazia.
Il piano e i numeri
Il 20 aprile la Giunta Occhiuto ha approvato il Piano triennale delle azioni positive (2022-2024), uno strumento obbligatorio – imposto dal “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” (decreto legislativo 198 del 2006) – che ha lo scopo di predisporre interventi per rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro tra uomini e donne.
L’aggiornamento annuale del Pap serve per «continuare a promuovere all’interno dell’ente l’attuazione degli obiettivi di parità e pari opportunità come impulso alla conciliazione tra vita privata e lavoro».
I dati
Per far fronte alla discriminazione, è necessario avere un quadro della rappresentanza di genere in Regione. I dati disaggregati contenuti nel Piano – aggiornati all'1 gennaio 2022 – riportano che il personale regionale in servizio nella dotazione organica della Giunta è pari a 1.736 dipendenti. Di questi, 999 sono uomini (circa il 57%), i restanti 737 donne (43%). La disparità riguarda anche i ruoli apicali. Su un totale di 97 dirigenti, le donne sono 44 (45%), 53 gli uomini (55%). Stessa storia per il personale non dirigente: 946 uomini (58%), 693 donne (42%).
Cifre che confermano il disequilibrio tra sessi nella più grande macchina burocratica della regione.
La disparità in politica
Una disparità che fa il paio con quella della rappresentanza politica. Nella stessa Giunta Occhiuto, su otto membri, le donne sono soltanto due, Giusy Princi e Tilde Minasi. In Consiglio i numeri sono più incoraggianti, ma solo perché nell'ottobre 2021, per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese, gli elettori hanno potuto esprimere la doppia preferenza di genere.
Anche con le “quote rosa”, tuttavia, le predominanza maschile rimane evidente: su 31 consiglieri, le donne sono solo sei (Amalia Bruni, Luciana De Francesco, Valeria Fedele, Katya Gentile, Simona Loizzo, Pasqualina Straface).
E se, malgrado la doppia preferenza, l'aula di Palazzo Campanella è ancora a netta trazione maschile, quanto meno il Pap approvato dalla Giunta Occhiuto punta a ridurre la disparità tra i sessi tra i dipendenti della Cittadella.
Le linee di azione
Il Piano prevede infatti diverse linee di azione, tra cui il rafforzamento dei comitati unici di garanzia, una banca dati «mirata a monitorare e segnalare la distribuzione degli incarichi e la percentuale di uomini e donne per posizioni organizzative», la formazione di un modello improntato alla promozione delle pari opportunità, la prevenzione e rimozione delle discriminazioni, il rispetto delle norme in tema ai fini della nomina dei componenti delle varie commissioni.
Un bell'elenco di «azioni positive» dalla cui effettiva realizzazione dipende l'uguaglianza tra i dipendenti della Regione Calabria.
Altrimenti bisognerà parafrasare pure il titolo della canzone-tormentone dell'ultimo Festival di Sanremo: Ciao ciao parità di genere.