«Trent’anni sono un tempo sospeso in attesa di una verità e giustizia purtroppo mai arrivate. Trent’anni sono un tempo di speranza quando il tuo ricordo diventerà esigenza collettiva». Lo ha scritto in un post su facebook lo scorso anno, nel trentennale della morte del padreRosa Quattrone.

Con il fratello Antonino e la sorella Maria Giovanna, ancora attendono verità e giustizia per la morte del padre Demetrio Quattroneingegnere di 42 anni, funzionario dell’Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria, assassinato da una mano criminale ancora ignota e ancora impunita, il 28 settembre 1991 nella frazione reggina di Villa San Giuseppe. Il professionista era in auto con l’amico, il medico trentenne Nicola Soverino, anche lui rimasto ucciso.

Vittime innocenti della mafia. Ci sono, infatti, anche i loro nomi tra quelli letti ad alta voce in occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno promossa ogni 21 marzo da Libera. Nel 2019, in piazza Castello a Reggio Calabria, un largo è stato intitolato alla sua memoria.

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