Ha aspettato che la donna uscisse dal fruttivendolo per poi scagliarsi e rubarle la borsa. È stato solo un caso del destino che la vittima non sia stata investita dalle automobili in transito. Secondo gli investigatori agiva con rapidità e violenza, Sangare Bangali, il 28enne di origini ivoriane arrestato dalla squadra Volanti della questura di Reggio Calabria. In due giorni, dal 16 al 18 maggio, avrebbe compiuto quattro colpi, tra furti rapine e scippi, tutti concentrati nella zona sud della città. Ad incastrarlo non solo le immagini di videosorveglianza, ma anche un giubbotto verde e le scarpe che abitualmente indossava.

 

«Gli agenti- ha dichiarato il capo delle Volanti Luciano Rindone, una volta individuato il suo volto dalle immagini si sono messi subito sulle sue tracce e grazie anche al particolare degli indumenti lo hanno individuato. Adesso stiamo provvedendo ad effettuare altri riscontri- ha concluso- perché i fatti delittuosi potrebbero essere molti di più». I poliziotti hanno anche scoperto dove Bangali abitava e lì hanno trovato telefoni cellulari, portafogli e borse. Al vaglio della procura dello Stretto c’è anche la posizione della donna che lo ospitava, una reggina, di cui non sono state diffuse le generalità, che agli agenti ha riferito di essere legata da un rapporto di amicizia con l’arrestato. Soddisfazione, in conferenza stampa, è stata espressa dal questore Maurizio Vallone il quale ha riferito che «questo arresto si incastra nel più ampio progetto di controllo del territorio denominato “martello di Thor” che già nel primo mese e mezzo di attivazione ha portato alla diminuzione dei reati predatori del 25 per cento. A breve- ha concluso Vallone- a questo e al protocollo “Athena”, attivo al centro, si aggiungerà un terzo progetto che riguarderà la zona nord di Reggio con l’obiettivo di agire non solo sulla repressione dei reati bensì sulla prevenzione degli stessi sull’intero territorio reggino».