Anche se rimane in pericolo di vita ed è in coma farmacologico, la 42enne reggina-ricoverata in rianimazione a Bari dopo che l'ex marito le ha dato fuoco nel marzo scorso- ha registrato un piccolo passo in avanti verso il recupero
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È ancora in pericolo di vita Maria Antonietta Rositani, la 42enne reggina ricoverata al policlinico Bari dal 12 marzo scorso dopo che l’ex marito Ciro Russo ha tentato di ucciderla dandole fuoco. Da ieri si trova in Rianimazione a causa di alcune complicazioni gastrointestinali che hanno interessato anche l’apparato respiratorio. I medici hanno disposto il coma farmacologico e la donna è intubata. A preoccupare maggiormente i sanitari è un’ infezione ai polmoni, ma durante la notte- come ci è stato confermato dal padre Carlo- è stato registrato un leggero miglioramento che non spezza la speranza. «Mi hanno detto che c’è stato un tantino, un tantino di miglioramento, per quanto riguarda le vie respiratorie. Solo questo. Un tantino. L'importante è che non andiamo indietro». Sono ore queste molto drammatiche per la famiglia Rositani giunta tutta a Bari. Solo un mese fa l’equipe guidata dal primario Giuseppe Giudice, e dal dottor Giulio Maggio, aveva sciolto la prognosi e dalla terapia intensiva aveva disposto il suo trasferimento al reparto generico “grandi ustionati”.
Maria Antonietta stava iniziando a reagire, ad effettuare una terapia riabilitativa, a riprendere in mano la sua vita. In meno di 24 ore ha registrato un crollo improvviso che né i familiari né tantomeno i medici si aspettavano. Adesso si ritrova a combattere un’altra battaglia e ciò ha di nuovo catturato la solidarietà di tutta Italia. Sui social centinaia sono stati i messaggi di affetto, e soprattutto le preghiere, per lei che è diventata un simbolo contro la violenza sulle donne e con la sua forza d’animo è entrata nel cuore di una nazione intera. In giornata Maria Antonietta effettuerà alcuni esami specifici e le sue condizioni sono costantemente monitorate. «È stato terribile vederla immobile in quel letto – ci ha sempre raccontato il padre Carlo- in stato di incoscienza. Una sofferenza indescrivibile. Una sofferenza che mia figlia non meritava di patire come nessuna donna al mondo. Ma noi non perdiamo né la speranza né smetteremo di essere fiduciosi. Qua ci sono non dei semplici professionisti, ma degli angeli».
I sanitari infatti, stanno facendo del loro meglio affinché questa sia solo una brutta parentesi del suo ricovero, un ostacolo che deve superare nuovamente per poter continuare il percorso di recupero. Un percorso lungo, difficile e soprattutto ingiusto. Un percorso generato dalla violenza di chi per anni diceva di amarla. L’ex marito, denunciato più volte dalla 42enne, quel maledetto 12 marzo non ha solo riversato su di lei litri e litri di benzina, ma ha riversato una spirale di odio e di frustrazione che l’hanno portato ad evadere gli arresti domiciliari e giungere da Ercolano, fino a Reggio Calabria, per compiere il suo piano criminale senza mai desistere dall’intento. Adesso c’è una famiglia gettata nuovamente nella disperazione e una donna che lotta per ritornare alla vita. Per ritornare dai suoi due amati figli, Annie e William. «Io non muoio, vado dai miei figli»: sono queste le parole che proprio Maria Antonietta ha pronunciato mentre l’ex marito tentava di ucciderla. Un monito di una madre che è riuscito a superare le fiamme e oggi vale più che mai perché diviene messaggio di amore, di tenerezza.
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