«Pec e richieste di incontro sono rimaste senza riscontro. Noi stiamo da tempo cercando un confronto con l'Amministrazione reggina per parlare del nostro quartiere, un tempo luogo gradevole e fruibile e oggi segnato dal degrado. Non abbiamo ricevuto risposta alcuna e non capiamo il motivo. Non sono dei sovrani che possono permettersi di arroccarsi e di chiudersi nei palazzi e noi non accettiamo di essere trattati da sudditi. È necessario parlarsi». Filomena Malara, componente del comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria, che in più occasione ha scritto al Comune, denuncia l'indifferenza dell'Amministrazione che non si pone in ascolto nei confronti del comitato. Cercano da anni di interloquire, i residenti del quartiere Ferrovieri Pescatori perché nutrono legittime preoccupazioni per i progetti annunciati sull’area e sui quali chiedono chiarimenti e rassicurazioni.

«Vogliamo essere coinvolti e ascoltati»

«Sappiamo che c'è un progetto già esecutivo realtivo all'area del parcheggio e sulle due vie parallele limitrofe. Dovrebbe essere privilegiato il verde ma in realtà non abbiamo contezza di cosa questo progetto preveda.  Vogliamo essere coinvolti e ascoltati e se ciò che proporremo non sarà realizzabile ne prenderemo atto, ma vogliamo avere questa possibilità. Il nostro timore è che, sentendo continuamente dire che non ci sono soldi per la manutenzione ordinaria, ciò che andranno a costruire sarà abbandonato come già avvenuto a piazza Leopoldo Trieste e alla struttura retrostante. Noi non abbiamo certamente bisogno di un'altra discarica», ha rimarcato ancora Filomena Malara, componente del comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.

Residenti temono altro degrado

Si teme, dunque, sperpero di altro denaro pubblico che invece di produrre rigenerazione e servizi scadrebbe in altro degrado come accaduto a piazza Leopoldo Trieste e alla struttura sul retro, nel tempo abbandonata, vandalizzata e depredata, divenuta ricettacolo di erba incolta e rifiuti e luogo talmente insicuro da rendere necessarie la muratura di ogni punto di accesso e la chiusura.

Verde adottato e verde abbandonato

Intanto c’è chi adotta il verde per dare un prezioso contributo. Demetrio Galimi da anni si prende cura di uno spazio insistente nel quartiere. «Non mi stancherò mai di curare questo verde e sono contento di avere avuto questa opportunità. Coltivo i miei fiori viola che sono il mio cuore», ha raccontato.

L’adozione di spazi verdi da parte della cittadinanza di buona volontà è azione importante e nobile ma non può certamente costituire l'unica soluzione quando il degrado è dilagante come in questo quartiere, un tempo caratteristico con gli alloggi al piano terra costruiti per i dipendenti delle Ferrovie sopravvissuti al sisma del 1908, ordinati e ben tenuti e che oggi sono baracche distrutte dal tempo e dall'abbandono e deposito di rifiuti di ogni genere.

Patrimonio di vita e storia da recuperare

Restando sorda alle richieste di incontro, l’amministrazione comunale consolida, così, le preoccupazioni del comitato che persevera nel porre l’accento sul tema centrale della necessità di manutenzione ordinaria dei luoghi e nel ricercare un confronto anche propositivo. La visione dei residenti è quella di un quartiere bello, vivibile e dal pregio storico, dove il verde sia curato, gli antichi bagni pubblici ormai quasi mimetizzatisi nella cementificazione possano essere valorizzati come architetture di un tempo e le baracche post terremoto, oggi degradate, possano essere riqualificate anche in un percorso museale dedicato proprio ai Ferrovieri. Sarebbe un modo per restituire decoro ad un luogo rimasto bello solo nella memoria di chi lo ha conosciuto decenni fa.

«Venivo spesso da bambina e ricordo la bellezza di queste strade e delle case così in armonia tra loro. Oggi c'è solo degrado e invece questo luogo, come recita anche la lapide commemorativa di Italo Falcomatà, era abitato dai Ferrovieri, portatori di coscienza e identità caratteriale, e aveva una sua specificità. Un patrimonio che può essere recuperato per riportare il quartiere al decoro e renderlo un tempio della memoria», ha concluso Marisa Malara, componente del comitato di quartiere Ferrovieri Pescatori di Reggio Calabria.