Niente proroga per oltre 50 infermieri, reparti svuotati e personale ridotto all'osso. E l'emergenza Coronavirus è sempre dietro l'angolo
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I pazienti oncologici, da oggi, non avranno la terapia somministrata perché al Gom non ci sono i farmaci. Terapie sospese a data da destinarsi. Una barzelletta? No. Assolutamente. Non scherzeremmo mai con la salute delle persone, eppure, c’è qualcuno che forse prende troppo alla leggera una situazione che in realtà è drammatica.
Oncologia senza farmaci
Famiglie intere sono state scosse questa mattina da un avviso che, se inizialmente lascia sbigottiti, in seconda battuta fa montare rabbia pura. Come può peggiorare una situazione già precaria? Qualche spiegazione dovrebbe probabilmente darla il commissario Saverio Cotticelli.
Parliamo di pazienti già messi a dura prova dalla malattia, da un mostro che logora chi ne soffre e chi gli sta intorno ma, a quanto pare, questo non basta. E le giustificazioni, di qualunque tipo, organizzative, amministrative o di altro genere non servono e non bastano a lenire rabbia e sofferenza.
Il coronavirus e i limiti evidenti
Quella del Gom è una situazione ai limiti del paradossale perché se da un lato si mettono in atto tutte le misure necessarie per contenere l’emergenza coronavirus, ad esempio la sospensione dei congedi o l’installazione di una tenda esterna per isolare i pazienti, dall’altra si dimostra tutta l’incapacità o la mancanza di volontà di affrontare i problemi di una struttura che, oggi più che mai, rischia il collasso totale.
Niente proroga per oltre 50 infermieri
Degli oltre 50 infermieri mandati a casaancora nessuna notizia. Mentre il mondo intero chiama a raccolta tutte le unità necessarie, professionisti sanitari formati per far fronte all’emergenza, solo il Gom non rinnova il contratto a 50 infermieri. E questa scelta non incide solo sulla gestione del Coronavirus, sia chiaro. Perché, ad esempio, un reparto come quello di oncologia, con il personale già ridotto a lumicino, costretti a turni massacranti, si troverebbe a dover gestire 18 posti letto con pochissime unità. Per non parlare di tutti gli altri reparti, pronto soccorso compreso, che nel caos totale generato dal Coronavirus si troveranno anche a dover gestire una mole di lavoro enorme con oltre 50 unità in meno.
Le responsabilità
Esiste un momento per la riflessione e un momento per la responsabilità ed è chiaro che abbandonare i pazienti oncologici al loro destino non è qualcosa che si può accettare senza chiedere spiegazioni. E le domande nascono spontanee: perché un ospedale con un reparto oncologico arriva a non avere più farmaci per curare i pazienti? Perché una struttura che già soffre di una grave carenza organica non decide di prorogare il contratto a infermieri già qualificati e formati? Perché si lavora affannosamente per contenere l’emergenza e non si fa nulla per la gestione ordinaria dei reparti? Queste e tante altre sono le domande che i pazienti si fanno e che guardando al Coronavirus, con amaro sarcasmo, esclamano: «a Reggio sarebbe l’ultimo dei mali».
Aggiornamento delle 19.30
In riferimento alle recenti notizie pubblicate da alcuni organi di stampa riferite alla carenza di farmaci oncologici all’ospedale di Reggio Calabria, la direzione generale ha fornito alcune precisazioni: «Lo spiacevole episodio ha avuto luogo a causa di un problema legato al software per l’ordinativo dei farmaci che ha determinato un lieve ritardo nella consegna. Tale problema – si legge nella nota - è stato prontamente risolto».