Operazione della polizia e della guardia di finanza. Tra gli arrestati anche Daniele Gatta, genero del capo ultrà laziale Fabrizio Piscitelli (Diabolik) ucciso nella Capitale nel 2019. Dalla Calabria arrivava parte della droga
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Perquisizioni sono state fatte nelle province di Reggio Emilia, Roma, Venezia, Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Lucca e Ravenna. Sul registro degli indagati 26 persone, a cui vengono contestati anche reati fiscali. Tra gli arrestati, oltre a Daniele Gatta, 40enne romano genero di Fabrizio Piscitelli detto 'Diabolik', anche Domenico Bolognino, figlio di Michele Bolognino (considerato uno dei vertici della cosca al centro delle inchieste 'Aemilia'): 13 sono finiti in carcere, due ai domiciliari. Le indagini hanno permesso di individuare un'organizzazione criminale italo-albanese che, di base nella provincia di Reggio Emilia - dal 2020, ha importato e acquistato droga dall'Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi nonché detenuto e venduto sull’intero territorio nazionale (con, anche, alcune distribuzioni avvenute dall’Emilia Romagna verso la Calabria): 23 kg di cocaina, 6 kg di eroina, 80 kg di hashish, 240 kg di marijuana per un controvalore stimato in 8 milioni di euro.
È stata accertata l'introduzione, dalla Spagna, nel territorio nazionale di 75mila euro in banconote da 500 falsificate. Fondamentale, nelle ricostruzioni investigative, l'acquisizione di conversazioni telematiche che i narcotrafficanti avevano scambiato tramite smartphone criptati e l'utilizzo dell'applicazione Sky-Ecc: grazie ad un'attività condotta dalle forze di polizia francesi, olandesi e belghe sulla piattaforma criptata sono stati trovati milioni di messaggi scambiati dai narcotrafficanti in diversi Paesi dell'Unione Europea. In Emilia c'era la sede direzionale ed operativa (oltre che di dimora della maggior parte degli associati) di Bibbiano di Reggio Emilia e ulteriori basi logistiche (Sassuolo e Polinago); dalla Calabria arrivava parte della cocaina e venivano distribuite eroina, hashish e marijuana. Gli inquirenti hanno sottolineato "l'elevata pericolosità sociale" degli indagati, anche per legami di natura familiare con esponenti della 'ndrina calabrese riconducibile alla famiglia Grande Aracri, da anni radicata nel territorio emiliano.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Filippo Ivan Bixio, ha sottolineato: «Le indagini hanno preso il via dopo il sequestro all'aeroporto di Bogotà (Colombia) di un pacco Dhl contenente 6,5 chilogrammi di cocaina e indirizzato a Bibbiano. Già i primi elementi indiziari ci hanno poi portato a identificare una organizzazione ben strutturata e attiva nello spaccio di droga, con approvvigionamenti da diversi canali, non ultimi il Sud America e l'Albania. La squadra mobile di Reggio. Fondamentali le intercettazioni ambientali e telefoniche». Giuseppe Maggese, il questore di Reggio Emilia, ha concluso: «Questa operazione conferma il ruolo della provincia di Reggio come piazza di rilievo per il narcotraffico. Una rilevanza che va di pari passo con l'alto profilo economico del territorio».