«Ad oggi 5 ottobre, al netto di una convocazione risalente ai giorni scorsi, con un preavviso di soli due giorni nei quali alcuno dei convocati in attesa da due anni avrebbe avuto modo di procurarsi la documentazione medica richiesta, la Commissione medica locale di Reggio Calabria ancora non è operativa». Dopo la protesta della scorsa settimana dinnanzi all'Asp e le interlocuzioni con il commissario straordinario dell’Asp reggina, Gianluigi Scaffidi, e con il presidente della commissione medica locale, Renato Saraceno, il responsabile regionale Unasca, Santo Bagalà commenta così il protrarsi dell’inerzia dell’organo deputato al rilascio e al rinnovo di patenti speciali, per persone affette da determinate patologie, con disabilità, minorazioni fisiche e sensoriali. «La Commissione medica si occupa anche del rinnovo delle patenti dei conducenti di autobus, quindi è anche una questione di sicurezza della circolazione», ha sottolineato Santo Bagalà.

Migliaia di persone in un limbo

«Questo limbo in cui versa la commissione medica di Reggio Calabria sta penalizzando persone con fragilità e anche categorie lavorative che stanno vivendo disagi a causa di questo ritardo. Abbiamo già chiesto che la Commissione riparta e non demorderemo, fino a quando l'organismo non riprenderà a convocare», ha sottolineato Antonio Perpiglia, segretario provinciale di Confarca, associazione di categoria di autoscuole, studi di consulenza, scuole nautiche e centri di revisione, di Reggio Calabria.

Commissione completa ma ancora ferma

Nei fatti, dunque, la Commissione medica locale di Reggio Calabria ferma da due anni, nonostante la girandola dei presidenti indicati dall’Asp e nominati dalla Regione sia finita e la sua composizione sia stata integrata e completata già dal giugno scorso (decreto del Presidente della Regione numero 101 del 29 giugno 2021), ancora non ha ripreso l’attività. Già ad aprile l'Unasca aveva scritto al prefetto Massimo Mariani per evidenziare le quattromila istanze rimaste inevase. La situazione ad oggi non è mutata con non poche persone che si sono già rivolte a spese proprie alle Commissioni di altre province, congestionandone l’attività. Un’ingiustizia sociale che si protrae e rispetto alla quale Unasca e Confarca si appellano alle istituzioni affinché le convocazioni riprendano.

Nessuna risposta concreta

Non solo denuncia ma anche proposta. «Dopo i vari incontri e la disponibilità registrata, ad oggi non abbiamo ancora ad oggi contezza di quando la commissione riprenderà l’attività, nonostante le migliaia di persone, per altro in condizioni personali e di salute difficili, in attesa. Nessuna risposta abbiamo ottenuto, inoltre, sulla nostra proposta di mettere a disposizione due segretari per smaltire l’arretrato», ha concluso il responsabile regionale Unasca, Santo Bagalà.