Chiuse le indagini dell’inchiesta “Monopoli”: sotto inchiesta gli imprenditori Carmelo Ficara, Andrea Francesco Giordano, Giuseppe e Michele Surace. Nell’elenco c’è anche il boss Giovanni Tegano
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La Dda di Reggio Calabria ha chiuso le indagini concernenti l’inchiesta “Monopoli”. Sono 11, in tutto, gli indagati per l’inchiesta che provocò un vero e proprio scossone nel mondo imprenditoriale reggino. Nell’aprile scorso, infatti, finirono in manette, in esecuzione di un provvedimento di fermo quattro noti imprenditori: Carmelo Ficara, Andrea Francesco Giordano, Giuseppe Surace e Michele Surace.
Ora, a distanza di cinque mesi dal decreto, i pubblici ministeri Stefano Musolino e Walter Ignazitto hanno inviato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari che preannuncia, di fatto, l’intenzione di chiedere il rinvio a giudizio.
L’associazione mafiosa
Di 416 bis pieno sono accusati Andrea Francesco Giordano e Michele Surace. Per i pubblici ministeri, infatti, in qualità di partecipi, i due avrebbero offerto un «concreto e stabile contributo per il perseguimento degli scopi associativi». A tal fine avrebbero assunto il ruolo di «imprenditori di riferimento» della cosca Tegano e delle altre famiglie di ‘ndrangheta; avrebbero interloquito con esponenti apicali delle varie articolazioni territoriali – fra cui i Tegano e la frangia milanese dei Libri – concordando le strategie operative per investire i proventi illeciti e assicurare la partecipazione delle consorterie nel settore immobiliare e del gioco del bingo. Il tutto avvalendosi della forza d’intimidazione derivante dall’associazione mafiosa, per lavorare in condizione di monopolio. La contestazione, fra l’altro, è con l’aggravante dell’associazione armata e quella di aver finanziato le attività economiche con il prezzo, il prodotto o il profitto dei delitti.
L’intestazione fittizia del bingo e delle imprese
La seconda contestazione riguarda l’intestazione fittizia del bingo di Reggio Calabria, situato nel quartiere Pentimele, nel cuore degli affari delle ‘ndrine di Archi. Dell’accusa di “12 quinquies” devono rispondere Michele Surace, Andrea Francesco Toscano, il boss Giovanni Tegano, Bruno Mandica, Giuseppe Surace e Veneranda Suraci. L’attribuzione fittizia sarebbe stata attribuita a Bruno Mandica, titolare delle quote della società “Michele Surace e Bingo srl unipersonale” con sede legale a Roma e materialmente attiva a Reggio Calabria. Gli indagati avrebbero occultato la reale titolarità in capo a Michele Surace, Andrea Francesco Giordano e Giovanni Tegano, ritenuti «soci di fatto e finanziatori dell’iniziativa imprenditoriale».
Sempre in tema di intestazione fittizia, Michele Surace e Demetrio Modafferi devono rispondere del reato con riferimento alle quote della società “Construction Italy srl” con sede legale a Roma. Del medesimo reato devono rispondere Michele Surace, Giuseppe Surace e Gaetano Hermann Murdica, con riferimento alla società “Coedil srl” con sede a Reggio Calabria. Dell’intestazione fittizia delle quote della “Essegi Costruzioni srl” devono invece rispondere Andrea Francesco Giordano, Giuseppe Giordano, Giorgio Giordano e Demetrio Modafferi. Sempre Andrea Francesco Giordano e Giorgio Giordano rispondono dell’intestazione fittizia della “G. G. Edilizia di Giordano Giorgio”.
Il concorso esterno di Carmelo Ficara
Probabilmente è stato fra le persone più in vista a finire nel vortice dell’inchiesta “Monopoli”. Carmelo Ficara, imprenditore molto noto a Reggio Calabria, deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pubblici ministeri, Ficara «stringeva un patto sinallagmatico» con la cosca De Stefano ed attraverso questa «espandeva le sue attività economiche a carattere speculativo immobiliare, imponendosi come uno dei principali imprenditori cittadini in tale settore, consentendo alla ‘ndrangheta d’infiltrarsi nella gestione di tali attività economiche lecite». Sempre Ficara (assieme a Giovanni De Stefano, Vincenzino Zappia e Demetrio Sonsogno, per i quali si è proceduto separatamente) deve rispondere di concorso in estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti della Cobar, la ditta impegnata nei lavori per la ristrutturazione del museo archeologico di Reggio Calabria.
Gli altri reati
Nell’avviso di conclusione, infine, sono contestati ulteriori diversi reati: a Michele Surace quello di falsa attestazione delle proprie generalità a pubblici ufficiali; sempre a Michele Surace, unitamente a Giuseppe Surace, Demetrio Modafferi e Bruno Mandica, il reato di autoriciclaggio aggravato dalle modalità mafiose. Ed ancora: Michele Surace, Andrea Giordano e Giuseppe Surace, di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, per aver prestato denaro ad avventori del bingo di Pentimele, senza alcuna iscrizione o autorizzazione richiesta.
Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per esercitare tutte le facoltà loro conferite dalla legge, fra cui farsi interrogare, presentare memorie o chiedere ulteriori investigazioni. Successivamente la Dda di Reggio Calabria procederà con l’esercizio dell’azione penale e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio.
Elenco degli indagati
Carmelo Ficara
Andrea Francesco Giordano
Giorgio Giordano
Giuseppe Giordano
Bruno Mandica
Demetrio Modafferi
Gaetano Hermann Murdica
Giuseppe Surace
Michele Surace
Giovanni Tegano
Veneranda Suraci
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