Una storica sentenza del Tar di Reggio Calabria in materia di alloggi di edilizia popolare sanziona l’inerzia del Comune. Dopo oltre un decennio il tribunale amministrativo di Reggio Calabria mette in luce la grave negligenza di tutte le Amministrazioni comunali che si sono succedute nella gestione del patrimonio edilizio. Verifiche non effettuate e ignoranza degli Uffici preposti sulla effettiva consistenza del patrimonio immobiliare hanno generato una paralisi nell’assegnazione delle case ai più bisognosi.

Una battaglia lunga 15 anni

«Una battaglia che dura da 15 anni e che abbiamo diviso con “Un mondo di mondi”- afferma Francesco Nucara, avvocato e presidente di Ancadic – sulla base del fatto che non si fanno verifiche, il patrimonio comunale degli alloggi non viene censito in maniera opportuna e così lo stesso comune, a chi chiedeva un alloggio in condizioni di emergenza abitativa (mille e più famiglie costrette a lasciare l’abitazione), non avendo contezza dei numeri la risposta era: “Non ci sono alloggi disponibili”».

Il caso degli alloggi

«Adesso invece il Tar ha certificato che gli alloggi c’erano e ci sono. Un funzionario del Tar ha verificato questa consistenza, il numero di alloggi disponibili. Di fatto non c’è un censimento pieno ma sono stati individuati già sei alloggi, ma è presumibile, dai dati emersi, che ci siano 300 o 350 alloggi che potrebbero già adesso disponibili per le famiglie bisognose. Noi lo sapevamo, ma ora c’è un dato giudiziale che accerta questa carenza di capacità nella gestione del patrimonio edilizio.

E ci auguriamo che il Comune prenda atto di questa sentenza e proceda ad eseguirla, senza impugnarla, non soltanto dando alloggio a chi ha vinto questo ricorso, ma gestendo in maniera efficiente il patrimonio edilizio. Noi siamo dalla parte del Comune laddove vuol dire efficienza e trasparenza, e assicurare soddisfazione dei bisogni dei cittadini in emergenza abitativa».

La sentenza

Per Giacomo Marino, presidente dell’associazione “Un mondo di mondi”: «È una sentenza che finalmente va sul tema delle verifiche che purtroppo le amministrazioni comunali nel corso degli anni non hanno fatto su 7000 alloggi e chiarisce che il Comune dovrà procedere alle verifiche in maniera sistemica. E tutto ciò assume una grande rilevanza perché il potere di controllo significa rimettere ordine su un comparto che deve garantire il diritto alla casa alle persone. Per chi ha diritto agli alloggi significa che il Comune dovrà al più presto verificare il patrimonio e recuperare alloggi che possono essere assegnati a chi ne ha diritto perché ha vinto il bando o per chi è in emergenza abitativa. Un risultato importante per chi, nel corso degli anni, ha atteso invano una casa».