Il dottore Salvatore Oriente scrive al ministro della Salute Roberto Speranza: «Dopo un'ora e mezza è giunto un mezzo senza medico a bordo»
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«Sono il solito medico di base che continua a chiamarvi, senza ricevere risposte: siamo tutti colpevoli di omicidio, istituzioni e cittadinanza. Alle 2 del mattino del 28 ottobre 2021 mi reco, perché chiamato, da una paziente infartuata che poi purtroppo è deceduta. Oltre ai primi soccorsi chiamo immediatamente il 118 e mi arriva dopo 90 minuti un mezzo senza medico a bordo. Ricordo a me stesso che la domenica precedente, alle 13, per un caso analogo la centrale mi rispose: “non abbiamo ambulanze”».
Lo sfogo del dottore Salvatore Oriente, oncologo e medico di medicina generale a Villa San Giovanni, è l’ennesimo ed è rivolto anche al ministro della Salute Roberto Speranza per «ricordare l’atavico problema che da decenni si perpetua in terra di Calabria. Vergogna». Un problema che ha, ormai, assunto toni nazionali.
In tutta Italia sembra andare in scena la fuga dei medici dal 118. Concorsi che vanno a vuoto e persone che continuano a morire in attesa che il sistema sanitario trovi una via di fuga dal tracollo che appare ormai inevitabile. Oriente tenta l’ultima chiamata, una sorta di ultimatum da parte di un medico disperato nel dover vedere spegnersi tra le braccia pazienti che forse potevano essere salvati.
La domanda è sempre la stessa: esiste una via per cambiare le cose o resta solo la rassegnazione e la speranza che i prossimi a non ricevere cure tempestive non siamo noi o un nostro caro? Servono medici e se i concorsi vanno a vuoto evidentemente serve una riforma.
Quello che non è più tollerabile è che i medici siano esposti a rischi enormi o che debbano rispondere a chiamate che non sono di vere emergenza lasciando scoperto il territorio. Solo tre ambulanza per 180 mila abitanti, tutto come norma prevede, ma bastano davvero a una terra che non sembra ancora pronta ad affidarsi alla medicina territoriale?