Un terribile incidente nel quale ha rischiato la vita. Il riconoscimento da parte della giustizia di un ristoro per il danno subito. Ma il risarcimento dal Comune di Reggio Calabria non è mai arrivato.

Il protagonista di questa vicenda si chiama Cesare Saturno e, dieci anni fa, fu vittima di un brutto sinistro in pieno centro a Reggio Calabria. Come raccontano gli atti del processo, era il 16 settembre 2010 quando percorreva in moto l’incrocio tra via Romeo e via Tripepi e finì dentro una buca. Nello specifico si trattava di buca priva di segnalazione, pericolosa per la presenza di tondini di ferro conficcati nel suolo a sostegno di una rete plastificata arancione.

L’incidente a Reggio

La rete doveva delimitare la buca esistente sulla strada, delle dimensioni di 1 m per 85 cm, senza alcun segnale luminoso e di segnaletica stradale. Il ragazzo finì dalla moto dentro la buca e fu trapassato da un tondino di ferro al centro del torace. Furono i vigili del fuoco a liberarlo procedendo con il taglio delle estremità del tondino di ferro che in parte rimase attaccato il suo torace. In bilico tra la vita e la morte fu trasportato dal 118 in ospedale dove gli fu diagnosticata la frattura pluriframmentaria del manubrio del terzo superiore dello sterno. Giorni di rianimazione prima e di riabilitazione poi, con un notevole esborso per cure mediche. Di quel giorno Cesare porta ancor ai segni nel corpo e nell’animo.

La testimonianza di Cesare 

«Una volta che sono uscito dal coma, ci sono voluti quasi 3 anni per alzarmi dal letto, avevo perso 32 chili ed ero uno scheletro ambulante. Sono alto 1,84 di altezza e pesavo 83kg prima dell’incidente. È stata durissima, non potete immaginare che i dolori che ho dovuto sopportare, dolori fisici che ho tutt’ora, coi quali convivo: fitte al petto avanti e dietro». Ma non solo. L’incidente ha compromesso la sua vita. «Ho perso tutto, facevo judo da 20 anni, ma non posso più farlo. Nemmeno una partita a calcetto posso fare. Nessuno sport da contatto. Ho perduto amici per strada. La notte per anni ho sognato il momento dell’incidente, svegliandomi poi di soprassalto e distrutto».

Il mancato risarcimento

Danni fisici, traumi psicologici e, oltre al danno la beffa di non vedersi restituito il mal tolto anche se in una misura molto ridotta rispetto a quello che erano state le richieste per i danni subiti.

C’è la sentenza del 18 ottobre 2018 del Tribunale di Reggio Calabria, notificata il 20 giugno 2019; c’è l’atto di precetto notificato il 30 dicembre 2019, decorso il termine dilatorio di giorni 180 come per legge, con il Comune di Reggio che, ad oggi, nonostante le sollecitazioni non ha dato una risposta chiara e conclusiva.

A distanza di tempo dalla notifica del titolo esecutivo nessun risarcimento è arrivato, nonostante sia stata fatta una delibera fuori bilancio nel corso del consiglio comunale del 23 maggio 2020 scorso, con conseguente determina con cui il Comune si impegna a liquidare «la somma complessiva di 47mila e 385,91 euro a titolo di debito fuori bilancio riconosciuto con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del 23/05/2020, in esecuzione della sentenza n. 2014/11, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria» e di dare mandato di pagamento dal settore Manutenzione all’Ufficio Finanze, senza contare la pubblicazione all’albo comunale avvenuta nel mese di luglio 2020.

 

Inoltre la sentenza è stata appellata da Saturno e il Comune di Reggio non ha proposto appello incidentale, quindi non ha impugnato la condanna, ma ha solo chiesto il rigetto della domanda di riforma in peggio della sentenza nei suoi confronti. La condanna nei confronti del Comune stabilita in primo grado è passata in giudicato. Tuttavia, anche in ipotesi di appello incidentale, la sentenza di primo grado è immediatamente esecutiva e nessuna richiesta di sospensiva dell’esecutività è stata proposta dal Comune in appello. Restano i fatti ovvero che il risarcimento per un incidente che ha cambiato totalmente la vita di quest’uomo, a distanza di anni, non è mai arrivato.