Senza stipendio da oltre quattro mesi e risposte vaghe e poco chiare dal Comune di Reggio Calabria. Questa la situazione di 160 assistenti educativi delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado della città. In servizio dal 16 ottobre scorso, hanno finora visto riconosciute solo le prime due settimane di lavoro.

A scuola anche in zona rossa

«Abbiamo già vissuto il Natale e, purtroppo, ci prepariamo anche ad una Pasqua senza stipendi. Nonostante le richieste di chiarimenti e di risposte, ci ritroviamo ancora a mendicare un nostro diritto. È degradante elemosinare la retribuzione per un servizio prestato all’infanzia fragile della nostra città», ha evidenziato Rosy Chirico, assistente educativa che ha spiegato come con i colleghi non si sia mai sottratta alle sue delicate responsabilità, nonostante a fine mese non ci fosse alcun accredito. «Ci siamo recati anche quando erano in vigore le ordinanze di chiusura degli istituti scolastici per non far mancare il supporto alle famiglie e non lasciare indietro le bambine e i bambini che a casa non avrebbero potuto seguire le lezioni in didattica a distanza. Rendendoci, inoltre, conto di essere il collante emotivo tra l’insegnante di sostegno e il bambino, ci siamo oltremodo sentiti responsabilizzati», ha proseguito Rosy Chirico.

Figure centrali per l’autonomia delle alunne e degli alunni con disabilità gravi che, proprio per la delicatezza della loro condizione, specie in questo frangente di pandemia, gli assistenti educativi non hanno, dunque, risparmiato energie anche quando le scuole sono rimaste chiuse.

Nessuna risposta sugli stipendi

Un servizio necessario e garantito, dunque, con grande senso di abnegazione nonostante la vaghezza degli impegni assunti dal Comune di Reggio che non eroga il servizio con somme del suo bilancio ma con risorse comunitarie del Poc (Piano Operativo Complementare) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Dunque un altro iter, evidentemente gravato da ritardi e criticità, su cui però ai diretti interessati, nonostante le sollecitazioni, non è stata fatta mai chiarezza.

«Lo scorso ottobre il sindaco Falcomatà ci aveva convocato per assicurarci che ci sarebbe stata regolarità nel lavoro e nell’erogazione degli stipendi da parte delle cooperative affidatarie del bando per il servizio. Ad oggi le cooperative non hanno ricevuto alcuna somma e noi siamo senza stipendio da oltre quattro mesi. Vorremmo capire cosa sta succedendo ma anche le richieste avanzate agli assessori sono state seguite da risposte vaghe e superficiali», ha sottolineato Elvira Pizzi, assistente educativa.

«Siamo in difficoltà»

Amarezza e indignazione per una situazione destinata a protrarsi, vista l’assenza di riscontri alle richieste. Ad oggi si continua a lavorare per non privare famiglie già vulnerabili di un supporto divenuto nel tempo l’unico in grado di offrire continuità alle alunne e agli alunni più fragili. Ma né giusto né sostenibile è lavorare senza retribuzione. A ciò si aggiunge che gli stessi assistenti educativi aspettano ancora di ricevere cassa integrazione e tfr relativi allo scorso anno scolastico.

«Siamo in grande difficoltà. Alcuni più di altri. Non ci siamo mai fermati nonostante la pandemia e l’assenza di retribuzione. Abbiamo sempre fatto e faremo il nostro dovere perché sappiamo quanto sia importante non privare del nostro supporto chi ha già tante difficoltà quotidiane. Noi lavoriamo ma crediamo sia giusto che il lavoro sia retribuito», ha concluso ancora l’assistente educativa Elvira Pizzi.